Iniziamo oggi un viaggio speciale che ci porterà tra i libri nel mondo. Abbiamo deciso di partire da Baghdad
Al-Mutanabbi Street è tradizionalmente la strada delle librerie e dei caffè letterari di Baghdad. Prende il nome da un poeta del X secolo, Abu al-Tayyib al-Mutanabbi, la cui statua segna l’inizio della via che, nel tempo, è diventata una biblioteca a cielo aperto, un luogo di ritrovo per intellettuali, scrittori, artisti, poeti, studenti e amanti di libri.
Il 5 marzo 2007, durante la guerra civile, un’autobomba è esplosa in via al-Mutanabbi, uccidendo decine di persone e distruggendo i negozi e i caffè letterari. La casa del caffè Shahbandar, punto di incontro per generazioni di iracheni, è stata frantumata. Dopo gli anni di violenza settaria, oggi la casa del caffè e la strada del libro sono tornati ad essere affollati di vita e di libri.
Da secoli nel mondo arabo esiste, infatti, una forte tradizione letteraria e poetica. Con la sua offerta quasi inesauribile di libri, Al Mutanabbi Street è stata testimone contemporanea dei cambiamenti politici e culturali in corso in Mesopotamia. Se negli anni Cinquanta, la maggior parte dei libri disponibili erano scritti marxisti, questi furono in seguito sostituiti da opere nazionalistiche panarabe. Per più di trent’anni, i commercianti potevano vendere solo libri che glorificavano Saddam Hussein e l'ideologia baathista. Oggi, sulle bancarelle di questa biblioteca a cielo aperto, al lato sinistro del fiume Tigri, si trovano libri di ogni genere.
“Qui possiamo discutere e parlare liberamente, senza alcun problema. Ci sono musulmani e laici, atei, comunisti e marxisti. Ci sediamo qui, ci rilassiamo e respiriamo libertà”, spiega Haidar Adulrahman Dhamad, poeta e scrittore di Baghdad.
Sara Manisera - Arianna Pagani