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Cosa sappiamo del Gruppo Wagner

La compagnia paramilitare dell'oligarca Evgeny Prigozhin ha avuto un ruolo centrale in molti teatri operativi strategici per Mosca e ora si trova in prima linea a Bakhmut

  • 14 marzo 2023, 12:27
  • 14 luglio 2023, 16:37
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I paramilitari di Wagner sostengono di aver preso il controllo di un impianto industriale a Bakhmut

  • Telegram
Di: Enrico Campioni

Intensi combattimenti continuano a contrapporre russi e ucraini per il controllo del centro di Bakhmut, città industriale dell'Ucraina orientale dove è iniziata la battaglia più lunga e sanguinosa dall'inizio dell’invasione russa. In questa località, che contava una popolazione di circa 70'000 abitanti prima dell’aggressione di Mosca, i combattimenti sono estremamente cruenti.

Evgeny Prigozhin è il capo dei mercenari Wagner attivi in Ucraina e non solo

Evgeny Prigozhin è il capo dei mercenari Wagner attivi in Ucraina e non solo

  • Keystone

Come ha segnalato martedì mattina il comandante delle forze di terra ucraine Oleksandr Syrsky, "distaccamenti d'assalto del gruppo paramilitare russo Wagner stanno attaccando da diverse località, cercando di sfondare la difesa delle nostre truppe e avanzare verso i quartieri centrali di Bakhmut". Ma chi sono gli uomini di Wagner e cosa sappiamo di Evgeny Prigozhin, fondatore di questa compagnia militare privata? Ecco alcune risposte.

Chi sono i combattenti Wagner?

Questi uomini, in prima linea negli attacchi che i russi stanno lanciando dall'estate scorsa per cercare di conquistare quel che resta della cittadina nel Donbass, sono in buona sostanza mercenari. Infatti, il Gruppo Wagner altro non è che un’organizzazione paramilitare privata russa, schierata a fianco dell’esercito regolare di Mosca, ma pure in aperta “concorrenza” con quest’ultimo nel reclamare quei successi sul campo che si fanno sempre più rari per le forze del Cremlino.

Fino a qualche mese fa il Gruppo Wagner contava tra le sue fila ex militari professionisti russi (e non solo), che in un recente passato hanno sostenuto le politiche (e anche la propaganda) del Cremlino in zone d’influenza della Russia, come la Siria, la Libia, il Mali, la Repubblica Centrafricana e, appunto, il Donbass. Tuttavia, alla luce dell’andamento poco favorevole per Mosca del conflitto scatenato in Ucraina dal leader russo Vladimir Putin, il capo dei mercenari, Evgeny Prigozhin, ha dovuto rinfoltire gli effettivi andando a reclutare nelle prigioni russe personale da inviare al fronte.

I combattenti sono solo soldati veri ed ex detenuti?

Va detto che negli ultimi mesi Prigozhin ha creato nuovi centri di reclutamento in un buon numero di località della Russia, ha evocato la possibilità di arruolare studenti, direttamente nelle scuole, con lo scopo di rinfoltire i ranghi e assicurare una base di persone giovani e motivate in prospettiva futura.

Chi è il loro capo, Evgeny Prigozhin?

Prigozhin, a capo del gruppo e principale finanziatore, è anche noto come “il cuoco di Putin”, per il suo passato nel settore della ristorazione e, in particolare, per esser stato attivo nel settore della fornitura di cibi e bevande per il capo di Stato russo. Le attività di catering e i ristoranti del 61enne imprenditore di San Pietroburgo hanno avuto infatti come cliente Putin per occasioni particolari, come cene con dignitari stranieri. Oligarca multitasking, Prigozhin controlla anche attività discutibili, come le società accusate di interferenze nelle elezioni presidenziali del 2016 che hanno portato all’elezione di Donald Trump.

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Prigozhin in una fotografia pubblicata su un account Telegram legato al Gruppo Wagner

I suoi stretti legami con Putin gli hanno garantito una rapida ascesa al potere, ma le sue vibranti critiche contro Ministero della Difesa e vertici militari di Mosca, che ha accusato apertamente d’incapacità nella gestione delle azioni belliche in Ucraina, gli hanno fatto perdere il sostegno che gli garantivano, tra gli altri, lo stesso ministro della Difesa Sergej Shoigu e altre personalità di spicco attive nel “cerchio magico” che gravita attorno Vladimir Putin.

Negli scorsi giorni, del resto, ha accusato Ministero e forze armate di aver bloccato le forniture di munizioni al Gruppo Wagner in lotta per la conquista di Bakhmut e altre località del Donbass, prima di fare dietrofront domenica ammettendo che le forze regolari del Cremlino avevano garantito parte dei rifornimenti necessari ai suoi uomini. Molto attivo sui social (anche su Telegram, fra i principali mezzi di comunicazione di Wagner, ndr.), è spesso presente in prima linea tra i suoi miliziani, il che gli assicura il rispetto e la stima di chi è pronto a morire per le cause sostenute da Prigozhin.

D’altronde, l’oligarca che ha attinto alle patrie galere per rinfoltire gli effettivi dopo le pesanti perdite subite è stato a sua volta un detenuto: nel ’79 fu condannato per furto a una pena sospesa e due anni dopo, come evidenzia il Guardian, contro di lui fu emessa una sentenza a tredici anni di carcere per rapina, frode e coinvolgimento di adolescenti nella prostituzione. Ne ha scontati nove dietro le sbarre, prima di lanciarsi nella ristorazione e gastronomia aprendo una catena di punti vendita di hot dog, passando poi a casinò, negozi di alimentari e ristoranti e iniziare così la sua fortuna.

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Lo stemma del Gruppo Wagner

  • Telegram

Perché si chiamano “Wagner”?

La denominazione risale alla passione musicale del fondatore della milizia paramilitare, Dmitry Utikin, ex tenente colonnello dei GRU, i servizi segreti russi che hanno sostituito negli anni post-sovietici il ben più noto KGB in cui era attivo Putin. Come spiega il giornalista esperto di spazio postsovietico Stefano Grazioli, Uitikin era un grande estimatore dello stile tipico del celebre compositore tedesco Richard Wagner e per questo “intitolò” il gruppo a quest’ultimo. L’ufficiale aveva scelto come nome di battaglia personale proprio “Wagner”.

Ma le milizie paramilitari private sono permesse in Russia?

In realtà no, ma i Wagner sono un unicum in virtù dei buoni rapporti intercorsi negli anni tra il capo del Cremlino e i vertici del gruppo. In teoria, perciò, i miliziani dell’appaltatore militare privato non esistono sulla carta poiché fuorilegge, e quindi non riconosciuti come combattenti veri e propri, ma nella sostanza sono spesso la spina dorsale delle offensive delle forze russe in Ucraina, come già in Siria e in altri territori.

Quali sono le prospettive per il Gruppo Wagner?

Gli attriti tra Evgeny Prigozhin e diversi “alti papaveri” del Cremlino, il ministro Shoigu e i generali responsabili dell’impegno militare “ufficiale” di Mosca stanno azzoppando l’azione dei militi Wagner al fronte. La guerra di potere scatenatasi sullo sfondo di quella che in Russia va chiamata “operazione militare speciale” e non “guerra” sta infatti mandando a morire i mercenari del Gruppo Wagner nel “tritacarne” che è la battaglia per Bakhmut. Lo rimarcano in queste ore gli analisti americani dell'Institute for Study of War (ISW), per i quali il Ministero della Difesa di Mosca si è posto l’obiettivo di affossare le manie di protagonismo del suo fondatore, ormai indigeste persino a Vladimir Putin.

E quali sono le chance di Prigozhin?

A Bakhmut le forze di difesa di Kiev hanno rivendicato di aver inflitto "pesanti perdite" al nemico. Nella prima linea russa ci sono proprio i paramilitari Wagner e, secondo quel che riferiscono gli 007 britannici, circa metà dei detenuti reclutati dalla milizia sono morti o feriti e non saranno rimpiazzati poiché Mosca ha bloccato l'accesso al reclutamento nelle carceri.

E secondo l’ISW Putin, alla ricerca di capri espiatori per i fallimenti sul terreno, ha deciso di sacrificare il bizzoso Prigozhin scegliendo di concedere ancora fiducia ai vertici militari ufficiali, rappresentati da Shoigu e dal capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov, che guida le operazioni in Ucraina. Cosicché, su tali basi, la linea del Cremlino consiste nel mandare allo sbaraglio i “wagneriani” e intanto le pesanti perdite che questi ultimi subiscono consentono al ministro e al generale Gerasimov di minimizzare le rilevanti perdite e i mancati progressi accumulati in Ucraina.

Il leader russo inoltre gradisce poco le continue critiche che arrivano dagli oltranzisti nazionalisti per la gestione delle operazioni. Prigozhin è uno dei più esposti, e non a caso, di recente i suoi malumori sono stati oscurati sui media ufficiali di Stato. Del resto solo due giorni fa il capo dei miliziani ha suscitato sorpresa affermando di volersi candidare alle elezioni presidenziali... ucraine del 2024, in concorrenza con Volodymyr Zelensky, fatto che ha ulteriormente affossato la sua credibilità, non solo in Russia.

Bakhmut, continuano i violenti combattimenti

Telegiornale 13.03.2023, 12:30

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