In Madagascar, quarta isola al mondo per estensione, circa il 70% della popolazione vive nelle campagne, e solo nelle città più grandi esistono dei sistemi di distribuzione dell’acqua potabile. Sul resto del territorio l'accesso all'acqua è complicato, nonostante il Paese sia interessato da abbondanti precipitazioni.
Per porre un parziale rimedio a questa penuria sull'isola di Nosy Be, nel nord del Paese, una fondazione svizzera ha realizzato, tra il 2003 e il 2011, ventuno acquedotti gravitazionali a servizio di altrettanti villaggi, superando difficoltà tecniche e logistiche per la messa in opera e per gestirne la manutenzione.
La situazione di Nosy Be è tutt'altro che isolata: secondo le Nazioni Unite, entro il 2030 circa la metà della popolazione mondiale vivrà in situazione di stress idrico e la domanda di acqua aumenterà del 55% entro il 2050.
L'esperienza realizzata sull'isola malgascia diventa quindi un monito per l'impiego delle risorse globali: salute, igiene, qualità della vita e prosperità dipenderanno sempre di più dalla distribuzione dell'oro azzurro.