Il lockdown, la riapertura contingentata di bar e ristoranti, e il calo dei consumi turistici hanno messo a rischio la sopravvivenza di molte aziende agroalimentari. Alcune imprese hanno quindi provato a ridisegnare il rapporto con il consumatore, puntando su nuove formule di vendita. Così, a Salerno, per non sprecare latte di bufala invenduto, un caseificio ha ideato i “Cacio-Bond”, con cui si può acquistare in anticipo un caciocavallo che verrà consegnato poi a fine stagionatura. Una soluzione che ha convinto delle coppie a prenotare questo formaggio per i loro matrimoni, spostati al 2022 per il coronavirus.
Fra i monti del Piemonte, invece, si può adottare una pecora di montagna, contribuendo alle spese veterinarie e alla manutenzione dell’attrezzatura per la produzione del formaggio Montébore. In cambio si ricevono un certificato di adozione e formaggi e latticini della cooperativa agricola. Una formula economica alternativa che inserisce il consumatore al centro del processo produttivo.