I turisti mancano a Londra, ma le stradine del West End si sono nuovamente riempite. I residenti hanno infatti ripreso possesso di una delle zone notoriamente più vivaci della città a suon di calici di vino e boccali di birra. Ristoranti e pub, dal 4 luglio, hanno riaperto i battenti con una novità: in alcune zone di Londra, tra cui Marylebone e Soho, Covent Garden e Chinatown, decine di strade sono state chiuse al traffico dei veicoli per permettere ai locali di posizionare i tavolini e favorire così il distanziamento sociale. Un’area pedonale che si è subito riempita di giovani ansiosi di tornare alla socialità, rassicurati dalla possibilità di consumare bevande senza dover affollare spazi piccoli e chiusi.
Anche all’aperto, tuttavia, il metro di distanza non viene quasi mai rispettato e sono molto poche le mascherine in volto: “Non sono obbligatorie per legge per lo staff e nemmeno per i clienti”, ci spiega un cameriere. “Abbiamo introdotto tutte le misure definite dalle linee guida del Governo per favorire il distanziamento sociale nei nostri locali – aggiunge il gestore di un bar a Chinatown – ma la responsabilità finale è del cliente, non sta a noi imporci ulteriormente”.
Nel Paese europeo più colpito dal coronavirus con quasi 45'000 morti è giunto il momento di guardare avanti ma non tutti lo fanno a cuor leggero: “Questa riapertura serve all’economia non alla nostra salute – spiega una ragazza – spero solo che le persone si comportino responsabilmente per non ricadere nuovamente nell’emergenza”.
Regno Unito, la fine del lockdown
Telegiornale 04.07.2020, 22:00