Le auto elettriche sembrano votate a un futuro radioso in Europa, come pure nella Confederazione. Quelle che erano "Cenerentole" sulle strade ora ottengono sul mercato elvetico una progressione con risultati a due cifre e la quota di mercato arriva ormai a sfiorare il 10% del totale.
Questo trend si rafforzerà ulteriormente negli anni a venire, con l’arrivo sul mercato di numerosi nuovi modelli. Volkswagen, per esempio, prevede di vedere sulle strade mondiali oltre un milione di suoi veicoli a corrente entro un orizzonte non lontano, il 2025. È per questo che ha convertito la sua fabbrica Gläserne Manufaktur, a Dresda, in sito produttivo per le Golf elettriche. Il colosso tedesco ha poi previsto di investire circa 1,5 miliardi di franchi nella trasformazione dello stabilimento di Zwickau in "fonte" al 100% di veicoli elettrici entro fine 2020.
Pure per questo la Volkswagen ID.3, primo modello “nato elettrico” del marchio tedesco presentato oggi al Salone di Francoforte, sarà offerta in Germania a meno di 30'000 euro (34'000 franchi), garantendo un’autonomia tra 330 e 550 km. Alla base di tale sforzo di Volkswagen, e lo stesso principio vale per altri costruttori, c’è la consapevolezza che il mercato dell’auto a batteria, si espanderà a macchia d’olio in tempi brevi.
La futuristica fabbrica vetrata delle auto elettriche
VW Newsroom 10.09.2019, 07:30
Le batterie, fulcro della "e-mobility"
L’obiettivo dichiarato per tutte le marche che hanno scelto la via dell’auto a corrente è rendere la "e-mobility" attrattiva e possibile per milioni di persone. Da tale scelta, tuttavia, deriva un problema legato alla batteria, con la sua durata, i suoi tempi di ricarica e l’autonomia che può assicurare ai conducenti. “Quanti km fa?” e “quanto ci mette a ricaricarsi” sono infatti le “grandi domande” degli automobilisti interessati a un’elettrica (o ibrida plug-in), e se VW spenderà miliardi di franchi per migliorarne il rendimento, resta il problema di cosa accade alle batterie esauste o danneggiate.
L’EMPA, ossia il Laboratorio federale svizzero per la scienza e la tecnologia dei materiali, su mandato di Auto-Suisse (l’associazione degli importatori di veicoli) sta studiando un sistema efficace e "amico dell’ambiente" per riciclare gli accumulatori a fine vita. I suoi tecnici hanno spiegato che "tutte le fasi della rivalutazione dei loro componenti sono tecnicamente gestibili", ma mentre lo studio va avanti gli importatori si sono già mossi.
RG 08.00 del 14.08.2019 - Il servizio di Gianluca Olgiati sullo studio EMPA per il riciclaggio delle batterie
RSI Info 30.08.2019, 17:25
Roberto Bonfanti, a capo della sezione ticinese dell'Unione professionale svizzera dell'auto (UPSA) e concessionario di un costruttore molto attivo con le ibride come Toyota/Lexus, ha spiegato infatti che nella Confederazione l’importatore ha previsto un processo con cui si recuperano gli accumulatori esausti o danneggiati, per poi destinarli a un sito specifico per il riciclaggio delle varie componenti. Si tratta di un procedimento, che assicura uno smaltimento pulito delle vecchie batterie e che si adatta senza troppe difficoltà alla crescente diffusione dei veicoli a batteria.
Notiziario 17.00 del 03-09-2019 - La progressione delle ibride sul mercato elvetico in agosto
RSI Info 03.09.2019, 19:08