Firenze, espressione dell’arte e dell’architettura rinascimentale, è fra i luoghi più visitati al mondo. In questa capitale del turismo internazionale di 379.000 residenti si recano, ogni anno, più di 10 milioni di viaggiatori, secondo i report dell’amministrazione. Ma i dati sui flussi sono di difficile rilevazione e il numero potrebbe essere nettamente più alto. Scalinate gremite, file interminabili e vie sovraffollate erano problematiche con cui fare i conti durante l’alta stagione, da marzo a novembre.
A febbraio, però, la crisi da Coronavirus ha travolto l’Italia, lasciando questa città d’arte in una veste inconsueta. Le celebri piazze e le vie del centro storico, prima segnate dall’overturism, oggi sono sgombre e silenziose, dominate solo dai maestosi monumenti. Alberghi, ristoranti e negozi di artigianato sono chiusi, così come musei, palazzi e chiese.
Per residenti e operatori – sebbene scossi dalla contingenza – questo è diventato un momento di riflessione sul complesso equilibrio tra vita cittadina e flussi turistici.
Marco Carlone - Daniela Sestito