Il nome di Domenico Fontana a Napoli è associato a tante opere artistiche, urbanistiche e architettoniche: il Palazzo Reale, che svetta prepotente nell’enorme Piazza Plebiscito; l’assetto urbanistico del Borgo Santa Lucia e il disegno della fontana del Dio Nettuno. Paradossalmente, però, in città è più famoso per una non-opera: la mancata scoperta di Pompei. Intorno al 1590, «Fontana fu incaricato di costruire un acquedotto», spiega Federico Quagliuolo, direttore del webmagazine Storie di Napoli. «Durante i lavori, però, furono trovati tantissimi reperti archeologici che spinsero l’architetto a sospendere gli scavi».
Se fossero continuati sarebbe uscita fuori Pompei in tutta la sua magnificenza e sarebbe stato un ulteriore tassello nel curriculum di Fontana. Ma di tasselli, nella vita professionale dell’architetto non ne mancano. «Domenico Fontana – spiega Paola Carla Verde, ricercatrice presso l’Archivio del Moderno dell’Università della Svizzera Italiana – ha avuto una vita costellata di successi, ma anche di sconfitte. Sempre, però, tenendo presente le sue origini. Fino alla fine, con la scelta di farsi seppellire nella chiesa di Sant’Anna dei Lombardi» dove il suo sepolcro è visitabile ancora oggi.
Mario Messina