La nostra è un'epoca dove, spesso per nulla, ci si insulta sui social e odiare è diventato un passatempo. Forse anche per questo chiedere scusa e perdono diventa un atto che assume un valenza ancora più forte quando si tratta di presentarsi realmente davanti alla tua vittima e abbassare il capo aspettando un segno.
Un atto che in Ruanda, dal 2001 ad oggi, ha coinvolto centinaia di migliaia di persone ritenute colpevoli di atti di genocidio attraverso i tribunali gacaca (in lingua kinyarwanda 'giustizia tra l'erba'). Componenti del sistema tradizionale giudiziario ruandese, quando non esiteva ancora uno stato centrale e stava agli anziani del villaggio amministrare la giustizia, nel 2001 i gacaca vengono riutilizzati come strumento di riconciliazione dal governo ruandese guidato dal Fronte Patriottico Ruandese di Paul Kagame. L'istituto per la ricerca sul dialogo e la pace (IRDP) di Kigali, guidato dal Professor Eric Ndushabandi, si occupa di organizzare incontri in villaggi remoti colpiti dal genocidio per far ripartire il dialogo tra comunità hutu e tutsi toccate dal genocidio.
Cristiano Tinazzi