Circa 1,3 milioni di stranieri hanno lasciato il Regno Unito negli ultimi 12 mesi, la metà dei quali - circa 600mila - ha abbandonato Londra.
Che si tratti di un esodo temporaneo o permanente lo si saprà tra qualche tempo. Ma l’impatto sull’economia locale è già evidente. A cominciare dal mercato immobiliare, con la domanda di affitti calata mediamente del 25%, con punte – nella zone più centrali di Londra – fino al 44%. Uno dei settori più colpiti dalla pandemia, quello dell’hospitality (bar, pub, ristoranti), per tradizione impiega principalmente lavoratori provenienti d’Oltremanica, ma questi lavoratori, dall’inizio dell’anno, devono fare i conti anche con il permesso di soggiorno, un altro ostacolo sulla via del ritorno sull’isola. Coronavirus e Brexit sono i due principali fattori di cambiamento che incombono sul futuro immediato di Londra, sospesa tra passato e futuro: da polo magnetico di stranieri in cerca di fortuna a megalopoli che insegue la sua nuova identità.
Lorenzo Amuso