Era destinato ad una vita anonima, nel gattile di Amman. Oggi vive nell’ambasciata britannica in Giordania, dove svolge la sua missione consolare di “gatto diplomatico” e “cacciatore capo di topi”. Non si tratta di uno scherzo, ma di una tradizione ben consolidata negli uffici istituzionali di Londra. Un vezzo british che ora sta varcando la Manica.
Lawrence of Abdoun a riposo nell'ufficio dell'ambasciatore britannico Edward Oakden
Si chiama
Lawrence of Abdoun ed è un gatto soriano bianco a chiazze nere. L’ambasciatore britannico ad Amman,
Edward Oakden, lo ha adottato lo scorso autunno, prelevandolo dallo
Humane Center for Animal Welfare della capitale giordana. Lo ha appuntato come primo inviato d’oltremare del micio
Palmerston, il gatto da guardia del Foreign & Commonwealth Office della Regina. Sono diventati due star del web, incubo dei ratti, ma anche dei troll da tastiera. Palmerston delizia i suoi quasi 65'000 follower di Twitter con aggiornamenti regolari; Lawrence fa lo stesso per i sui quasi 8'000 seguaci, mediante il suo profilo
@LawrenceDipCat.
Il personale consolare, per dargli un nome, ha preso spunto dal quartiere di Amman dove sorge l’ambasciata, il rione di Abdoun. Mentre Lawrence è un omaggio a sir Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d’Arabia, l’ufficiale britannico che combatté al fianco degli arabi contro l’impero ottomano, durante la prima guerra mondiale. Una figura resa immortale dal kolossal del 1962 di David Lean, girato in larga parte proprio in Giordania, nell’incantevole scenario del deserto di Wadi Rum.
Lawrence of Abdoun, diplogatto ad Amman
Un modo per comunicare in maniera diversa le attività dell’ambasciata e per raggiungere una più larga audience anche in Giordania. “Tramite l’account Twitter di Lawrence – spiegano dagli uffici di Abdoun – stiamo cercando di mostrare quanto impegno c’è, in Giordania, nei confronti degli animali randagi. Soprattutto i gatti, che qui superano di numero i cani, come animali domestici. I cittadini britannici sono sensibili a questi temi”.
Gilberto Mastromatteo - Massimo Lauria