La primavera, nonostante la pandemia, è arrivata e con lei, anche quest’anno ha avuto inizio una particolare tipologia di transumanza: quella delle api. Molti apicoltori, veri e propri “pastori di api”, si spostano tra montagne, valli e frutteti per portare le proprie api a “pascolare” tra i fiori appena sbocciati. Un’attività, praticata in tutta Italia da aprile a settembre, che trova le sue origini nelle popolazioni nomadi che trasportavano le arnie a dorso di animale o su battelli lungo i fiumi.
La migrazione oggi avviene con mezzi moderni su strade e autostrade, per seguire la stagionalità delle fioriture. Si parte di notte, quando le api si trovano nelle proprie arnie, verso boschi di castagno o di acacie, aree di agrumeti e ciliegi, di sulla e tarassaco. Viaggi di breve durata o di decine di ore, che consentono di produrre diverse tipologie di miele. Ma anche di salvare le stesse api, minacciate dalle quantità sempre più alte di pesticidi, dai cambiamenti climatici e dalle monocolture.
Marco Carlone - Daniela Sestito