L’Ecuador è il primo esportatore di banane al mondo, con il 35% della produzione che arriva sulle tavole dei paesi del consumo: Europa, Stati Uniti, Russia e Canada. Le piantagioni si concentrano nella fascia litorale meridionale, a sud di Guayaquil. Il clima caldo e umido permette dei raccolti abbondanti durante tutto l’anno.
La monocultura della banana ha soppiantato tutte le alternative agricole, diventando di fatto un esteso monopolio controllato dalle aziende esportatrici e dalle multinazionali del settore. La manodopera è spesso precaria e terziarizzata, le aziende contrattano alla giornata ed è difficile ottenere dei contratti duraturi. Questa situazione instabile ha creato nella regione problemi di xenofobia contro i migranti e di violenza di genere.
L'Ecuador stravolto dalle banane
Le coltivazioni necessitano di frequenti fumigazioni aeree con pesticidi e fitofarmaci. Gli agenti chimici s’infiltrano anche nelle falde acquifere, rappresentando un serio pericolo per la salute pubblica. Inoltre, nuocciono alla biodiversità. A lungo andare questo tipo di coltivazione danneggia i suoli facendogli perdere fertilità.
L’orientamento dei consumatori, che prediligono sempre più prodotti biologici, sta facendo orientare verso il biologico molti coltivatori della zona, che ottengono così un guadagno migliore e dei posti prioritari nei containers che salpano carichi di banane da Puerto Bolívar.
Samuel Bregolin