"La rete ha retto bene", afferma con malcelato orgoglio Ivana Sambo, portavoce Swisscom per la Svizzera italiana. Durante il lockdown l'infrastruttura, come quella degli altri operatori, ha tenuto. Una fortuna per il Ticino, che solo Swisscom ha le risorse per seguire da vicino e che è stato il cantone ad aver imposto il lockdown più lungo e ferreo.
Molto è avvenuto grazie a internet e alla rete telefonica: dal telelavoro ai rapporti interpersonali, dall’approvvigionamento di beni di prima necessità allo svago. I pesanti disservizi che hanno colpito l’azienda (tre a inizio anno e uno a maggio) sono, paradossalmente, avvenuti quando la rete era meno sollecitata.
Compito più arduo, sostiene la portavoce, è stato però gestire i quasi 20'000 dipendenti, il 90% dei quali ha lavorato da casa. Il telelavoro si sarebbe dimostrato efficace, ma "a volte non ci si capisce (…). Bisogna comunque vedersi, ogni tanto".
È quindi proprio su questo punto che Swisscom, come il resto del mondo del lavoro, dovrà riflettere: la sfida è trovare un equilibrio tra il telelavoro e l’insostituibilità del contatto umano, che nessun software riesce a uguagliare.
Francesco Gabaglio