"Meglio un aerotaxi che va da solo"

La guida autonoma è sempre più un tema d’attualità. Nelle scorse settimane la Commissione trasporti del Consiglio nazionale si è concentrata sulle modifiche normative da apporre alla Legge sulla circolazione stradale in vista di una sua diffusione sempre maggiore e nell’ottica di avere basi certe nell’eventualità di un sinistro con un veicolo che viaggiava in modalità autonoma. Su tale tema si era espresso uno dei commissari, il parlamentare e ingegnere ticinese Bruno Storni.

C’è però da chiedersi se è già tempo di preoccuparsi di un tale sviluppo, sapendo che al momento le auto più moderne sono già dotate di sistemi di guida autonoma di livello 2. Sono tecnologie che integrano tra gli altri il regolatore di velocità che si adatta ai limiti tramite i cartelli stradali, il sistema che mantiene una distanza di sicurezza dal mezzo che precede indipendentemente dalla velocità del momento, la tecnologia che mantiene il veicolo nella corsia seguendo la segnaletica orizzontale, l'assistente per il parcheggio automatico che facilita le manovre di posteggio, il rilevatore che blocca l'auto se passa un ciclista o un pedone e così via.

Resta perciò da capire quali saranno (e quali tempistiche dovrebbero avere) gli "step" successivi e c’è pure da chiedersi – orientandosi alla realtà regionale – quanto potrà servire la guida autonoma in un cantone dove le distanze sono tutto sommato contenute rispetto a determinate aree, come la California, dove le auto che "si guidano da sole" stanno affrontando collaudi e verifiche ormai da anni.

Abbiamo perciò sentito in merito il parere di Marco Piffaretti, E-Mobility Consultant, a capo negli anni ’90 del progetto VEL a Mendrisio con il quale si sostenne agli albori la diffusione dell'auto elettrica e – in tempi recenti – ideatore e realizzatore di vetture elettriche molto evolute come le Protoscar, protagoniste di varie edizioni del Salone di Ginevra durante lo scorso decennio.