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"Noi, per loro, eravamo cavie" (3)

I sopravvissuti dell'area di Semipalatinsk raccontano gli anni delle esplosioni, dei funghi in cielo, delle finestre rotte e, ora, dei morti

  • 3 settembre 2021, 07:50
  • 20 novembre, 19:47
04:50

I testimoni dell'era atomica sovietica

RSI/Pierpaolo Mittica - Alessandro Tesei 03.09.2021, 07:45

Terza e ultima puntata dedicata al Poligono nucleare di Semipalatinsk, l'area dell'ex Unione Sovietica (attualmente in Kazakistan), adibita a test di armi nucleari e dove venne costruita la città atomica di Kurchatov. In questa regione vennero eseguiti 456 test nucleari per scopi militari nel periodo 1949-1989. L'area adibita ai test era inaccessibile e tenuta segreta dal governo sovietico. Nel periodo tra il 1949 e il 1962 vennero effettuate esplosioni per lo più in atmosfera e dal 1962 al 1989 sotto il suolo. Il 29 agosto 1991 venne definitivamente chiuso il poligono di Semipalatinsk.

I ricordi di Rsaybaev e Rakima

Rsaybaev Koksubai abita a Znamenka, un villaggio contaminato situato a ridosso del poligono di tiro ed ha assistito direttamente a tutti i test atomici: “Ogni mese vedevamo un fungo di nubi alzarsi in cielo e una luce accecante. Le finestre tremavano ogni volta e spesso si spaccavano con l’onda d’urto dell’esplosione. I militari arrivavano il giorno delle esplosioni e ci dicevano di stare fuori dalle abitazioni. Sapevamo che erano test atomici, ma non ne capivamo la gravità e la pericolosità. Ne abbiamo visti a centinaia”.

Anche Rakima è testimone delle esplosioni, vive a Boden un villaggio contaminato al confine con il poligono di tiro di Semipalatinsk. “Dopo le esplosioni, ogni quindici o trenta giorni, una famiglia del posto veniva prelevata e portata in un ospedale a Semej per verificarne lo stato di salute. Ci esaminavano utilizzando diverse apparecchiature, ci applicavano dei vetri sul corpo e poi analizzavano tutto. Noi gli ripetevamo di non essere conigli da laboratorio, visto che ci trattavano come cavie. Ma lo capivano perfettamente da soli. Ci tenevano per 10 giorni e poi ci riportavano a casa a bordo della stessa auto che ci aveva prelevati per ricominciare subito con un’altra famiglia.”

Adesso, a Znamenka, l'insediamento più vasto è il cimitero.

Pierpaolo Mittica - Alessandro Tesei

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