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Ouistreham, tra sogni e paure

Un mese fa un accordo milionario, tra Gran Bretagna e Francia, per bloccare l'arrivo di migranti subsahariani oltre Manica

  • 18 febbraio 2018, 08:30
  • Oggi, 02:35
03:49

Ouistreham, la nuova Calais

RSI/Stefano Bertolino - Simone Bauducco 18.02.2018, 08:00

  • ©Simone Bauducco

È passato un mese da quando - era il 18 gennaio 2018 - i governi di Francia e Regno Unito hanno firmato il “Trattato Di Sandhurst”. L'accordo prevede che Parigi blocchi l'arrivo dei migranti subsahariani rafforzando i controlli alle frontiere. Londra, in cambio, verserà nelle casse del governo Macron 50 milioni di euro.

Motivo? Anche dopo lo sgombero della Giungla di Calais, ogni giorno centinaia di profughi tentano di raggiungere le coste inglesi dalle città portuali della Normandia. A Ouistreham, cittadina di novemila abitanti a 20 chilometri da Caen, vivono nascosti nei boschi centinaia di questi ragazzi. Bruciano stracci e bottiglie di plastica per riscaldarsi in attesa di riuscire a saltare su un camion diretto in Inghilterra. “Vivo qui da tre mesi, ma questa non è vita: voglio lasciare le impronte digitali in Inghilterra per studiare e lavorare, non voglio rimanere qui” racconta Abdul che come la maggior parte dei ragazzi arriva dal Sud Sudan.

Ogni sera per le strade deserte di questo paese i migranti ci provano: aspettano la frenata di un TIR e iniziano la loro corsa provando ad aprire le maniglie del rimorchio per nascondersi tra le merci. In pochi ce la fanno, la maggior parte rimane bloccata senza alcuna assistenza da parte delle istituzioni. “La nostra città si sta trasformando in una nuova Calais - spiega Bruno Hirout, portavoce del Comitato “No Aux Migrants” - . Portano malattie che avevamo debellato da decenni e rovinano l’immagine della nostra città”.

Sull’onda della proteste xenofobe il sindaco Romain Baile non ha voluto aprire la palestra comunale per l’accoglienza. Così è nato un movimento di persone solidali che ogni giorno presta cure mediche e porta cibo ai migranti: “Dormono al freddo e sono esposti al vento e alla pioggia - racconta l'infermiera Agnes mentre medica i piedi di un ragazzo -. Le patologie più diffuse sono dolori osseo-articolari e infezioni ai piedi”. Una situazione che sembra non essere destinata a migliorare dopo l'accordo di Sandhurst.

Stefano Bartolino

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