Quattrocento locomotive in stato di abbandono distribuite su una dozzina di binari e un’area lunga circa 6km. E’ l’impressionante vista della stazione di smistamento merci di Sotteville-lès-Rouen, un tempo tra i più grandi ed efficienti centri di smistamento europei che, negli anni ’60 divenne tra le primissime stazioni di smistamento automatizzate d’Europa. La sua peculiarità era quella di essere specializzata nel trasporto al dettaglio e nello smistamento giornaliero di piccole quantità di merci dirette verso altre città francesi (il cosiddetto “vagone isolato”). Grazie all’indotto e alle altre attività ferroviarie interconnesse allo smistamento, quello di Sotteville diventa uno snodo commerciale di rilievo in Francia oltre che un catalizzatore di occupazione per l’intero Paese.
I numeri parlano chiaro: nell’epoca d’oro la stazione era in grado di smistare un traffico di 3'000 vagoni merci al giorno contando sul lavoro di circa 2'000 ferrovieri impiegati direttamente o indirettamente nello smistamento. Oggi i 60 ferrovieri ancora operativi si trovano a gestire non più di una ventina di vagoni quotidianamente.
Cosa è successo? A partire dagli anni 2000, Sncf decide di abbandonare il "vagone isolato" e di puntare esclusivamente sul trasporto di grandi volumi di merce (il cosiddetto “treno completo”) optando in questo modo per una gestione per stoccaggio con spedizioni non giornaliere ma dilazionate nel tempo. Interpellata sulle motivazioni di questo significativo cambio di strategia, l’Sncf Mobilité ci ha risposto che è la conseguenza della forte concorrenza proveniente dal trasporto su ruota. Una risposta che lascia qualche dubbio visto che nel luglio del 2008 il Gruppo Sncf acquisisce il 98% dell’operatore europeo Geodis, specializzato nel trasporto su ruota.
Arriva così l’inevitabile crollo dei flussi merci con forti impatti economici e sociali per Sotteville. Oggi la stazione fa da garage a un parco macchine inutilizzato in attesa di un lento smantellamento. Tra quelle macchine ce ne sarebbero molte ancora funzionanti, a detta dei ferrovieri. Un luogo preda di atti di vandalismo e che potrebbe arrecare anche problemi ambientali per la presenza di amianto e diesel nelle macchine, così come certificato dalla stessa Sncf.
Pensando al progetto AlpTransit la politica dei trasporti francese sembra davvero agli antipodi.
Dario Lo Scalzo