Qualcuno ha detto che questa è stata la prima vera campagna elettorale digitale. È proprio così? Per capirlo ci siamo rivolti ai segretariati centrali dei partiti. UDC e PLR non forniscono cifre. Il PS dice che per la campagna online il budget è di circa 200'000 franchi (nel 2015 era di 34'000 franchi), su una spesa totale per la campagna di 2 milioni di franchi. Evoluzione simile per il PPD, che a livello nazionale ha deciso di puntare esclusivamente sul digitale, rinunciando ai tradizionali cartelloni.
Cifre da prendere con le pinze, perché non contemplano gli investimenti delle sezioni cantonali dei partiti, e tantomeno dei singoli candidati. E soprattutto: non c’è la possibilità di verificare questi dati. La libreria delle inserzioni di Facebook, ad esempio, in Svizzera non impone a chi fa campagne politiche di indicare l’importo speso per la promozione di un post.
A livello accademico c’è chi tenta di monitorare il fenomeno. È il professor Fabrizio Gilardi, dell’istituto di scienze politiche dell’Università di Zurigo, che ha creato il Digital Democracy Lab. Segue così la campagna digitale di tutti gli oltre 4600 candidati sulle liste in tutti i Cantoni. La sua conclusione: "Tre quarti dei candidati sono attivi online. Ma per noi resta molto difficile monitorare e confrontare tutte le pubblicità, anche perché Facebook non ci ha mai risposto alla richiesta di poter avere un accesso privilegiato ai suoi dati."
RG 07.00 del 18.10.19: È stata la prima campagna digitale? Le spiegazioni di Fabrizio Gilardi, professore all'istituto di scienze politiche dell'Università di Zurigo creatore del Digital Democracy Lab, al microfono di Alan Crameri
RSI Info 18.10.2019, 08:53
Di certo in questa tornata elettorale i partiti hanno reso molto più professionale le loro campagne digitali. Hanno ad esempio comprato vari pacchetti di dati su migliaia di persone, per il cosiddetto microtargeting: pubblicità mirata a vari gruppi di elettori. La segretaria generale del PPD Gianna Luzio spiega: "Coi modi digitali possiamo sapere quali indirizzi IP (computer, telefonini) si interessano per le nostre comunicazioni. Così con certi messaggi possiamo rivolgerci ad esempio a una popolazione rurale, o di una certa età."
Una campagna digitale
Modem 18.10.2019, 08:20
Il PLR usa vari programmi concepiti negli Stati Uniti per ottimizzare le campagne elettorali. NationBuilder ad esempio, che aggrega automaticamente indirizzi e-mail con i profili social. In alcuni cantoni poi i liberali usano Ecanvasser, un’applicazione che aiuta i candidati nel porta-a-porta per farsi pubblicità. "Utilizziamo dati pubblici, socioeconomici, ma non soltanto", ci spiega Fanny Noghero, responsabile per la campagna del PLR. "Dati che ci dicono dove è più probabile trovare un cittadino interessato ai nostri valori quando gli suoniamo alla porta".
RG 12.30 del 18.10.19: campagna tradizionale o digitale, la chiave è la comunità. Le spiegazioni degli esperti interpellati da Alice Pedrazzini
RSI Info 18.10.2019, 15:00
I partiti fanno capo ad agenzie specializzate per la campagna online. Il PPD si è affidato all’agenzia Enigma. Il suo responsabile Martin Künzi: "Il problema è che spesso i candidati nel mondo digitale pensano si debbano comportare diversamente che nel mondo reale".
L'intervista a Martin Künzi dell'agenzia Enigma
RSI - Alan Crameri/Alberto Dagnino/Alice Pedrazzini 18.10.2019, 09:00
La campagna digitale comunque è piena di insidie per i partiti. In primo luogo per la reputazione, quando non tutelano sufficientemente i dati dei propri simpatizzanti. Rischiano anche scivoloni nello stile politico: così perlomeno è stata interpretata la campagna del PPD che tramite un sito sponsorizzato su Google ha preso di mira personalmente alcuni avversari politici.
Domenica invece si sapranno i risultati. Web, Radio e TV della RSI offriranno la solita ampia copertura. Ricordiamo in particolare che il programma televisivo (dalle 12:50 fino alle 22:30) sarà visibile in streaming senza limitazioni geografiche, quindi anche dall’estero.
Alan Crameri, Alberto Dagnino e Alice Pedrazzini