È sul tetto di un’antica fabbrica di scarpe non più attiva, situata nel distretto di Beykoz, sul lato asiatico del Bosforo, che si è tenuta la prima edizione del festival del cinema restaurato di Istanbul. Cinque serate per 13 film, molti dei quali muti e accompagnati da musica dal vivo. “Tempi moderni” di C. Chaplin, “Metropolis” di F. Lang e “La classe operaia va in paradiso” di E. Petri per citare i più noti; ma, capolavori a parte, la partecipazione ad una serata è già di per sé uno spettacolo straordinario.
Un battello dedicato parte da Beşiktaş e, all’ora del tramonto, attraversa il Bosforo fino quasi alla bocca del Mar Nero. Il sole che cade lentamente illumina di una luce incandescente le antiche case ottomane nei vari quartieri che si susseguono durante il tragitto. L’attracco è davanti a un enorme cuore rosso dipinto sulla parete di un edificio dall’intonaco screpolato. Sopra il cuore una scritta dice: “Amo la Turchia e la fabbrica Kundura di Beykoz". In cima alla fabbrica due grandi spazi aperti al cielo stellato dividono la serata: aperitivo con musica da un lato, per cominciare, e cinema dell’altro, per concludere. Un evento del genere, in una Turchia martoriata da una stagione di terrore e repressione, è ossigeno puro.
Cinema e fabbrica: un sodalizio antico che si riaccende sulle rive del Bosforo
Storia di un'idea
L’iniziativa è frutto della collaborazione tra Buse Yıldırım e Nagehan Uskan, rispettivamente la manager delle attività artistiche e culturali della fabbrica Beykoz Kundura e la curatrice del festival.
La fabbrica fu fondata all’inizio del XIX secolo. A quell’epoca Istanbul (Costantinopoli) era ancora la capitale dell’impero Ottomano. Per quasi 200 anni dentro Beykoz Kundura si conciava la pelle, ma l’attività cessò nel 1999. Fu poi rilevata dalla famiglia Yıldırım che, invece di abbatterla, decise di ristrutturarla e farne un centro di produzione per l’industria cinematografica e televisiva: da fabbrica discarpe a fabbrica di storie, come ama dire Buse Yıldırım.
Anche Nagehan Uskan, già curatrice delle giornate del cinema muto di Istanbul, ha disegnato il programma del festival con un’attenzione speciale al tema del lavoro, proprio con l’idea di celebrare la fabbrica come vero e proprio luogo di battesimo della settima arte. Il primo film in assoluto ad essere visto dal pubblico, “L’Uscita dalle officine Lumière” di Auguste e Louis Lumière del 1885, è anche il film di apertura del festival.
Italo Rondinella