Muri. Il più famoso, di questi tempi, è quello che l'amministrazione Trump vorrebbe costruire al confine con il Messico. Ma... di un altro muro vi vogliamo parlare oggi e, soprattutto, del suo fotografo. A Milano infatti, fino al 15 gennaio 2017, alla Galleria Hernandez, si tiene la mostra dedicata alle 47 grandi fotografie in bianco e nero di David Appleby, uno dei più grandi fotografi di scena del cinema mondiale, uno che ha scattato sui set dei più famosi film dagli anni Ottanta ad oggi, a fianco di registi come Steven Spielberg, Ridley Scott, Tony Scott, i fratelli Wachowski, lo stesso Parker, Roland Joffè e tanti altri. Quando gli parliamo di muri lui ricorda il Vallo di Adriano.
Ma torniamo alla mostra. Attraverso, ad esempio, le immagini del dietro le quinte di The Wall, film culto girato nel 1981 e presentato l’anno dopo fuori concorso al Festival del cinema di Cannes, si scopre tutto un mondo: Bob Geldof al trucco per trasformarsi nel dittatore; l’allestimento delle impalcature che sorreggono i bambini diretti verso il tritacarne di “Another brick in the Wall”; una torta di compleanno che si materializza sul set; Alan Parker che spiega come reggere il topo nella sequenza di “Comfortably numb”; una foto di gruppo con i seriosi personaggi madre-moglie-medico-maestro qui sorridenti nella maniera che non avremmo potuto certo aspettarci, per ricordarci, come vuole l’intrusione in un set, che lo spettacolo è laggiù e i suoi attori qui, in un mondo reale. A completamento della mostra è esposta una selezione di bozzetti e disegni originali di Gerald Scarfe, le cui straordinarie animazioni presenti nel film sono diventate un vero e proprio culto, trasformate poi nei giganteschi pupazzi che dominavano il palco dei concerti dal vivo..
David Appleby, inglese, ex fotografo pubblicitario, ha realizzato mostre in tutto il mondo in sedi prestigiose tra cui la Photographers Gallery di Londra, la National Portrait Gallery, e il National Media Museum. Ha pubblicato 11 libri di suoi lavori fotografici per il cinema ed oltre trenta movie poster. Le sue immagini sono apparse su centinaia di giornali sparsi per il mondo, e lui considera la sua carriera come un’inevitabile conseguenza delle sue due passioni: ovvero il cinema e la fotografia. Claudio Moschin lo ha incontrato a Milano.
Red. MM