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Un monaco Shaolin in Ticino

Walter Gjergja ha deciso di vivere secondo gli insegnamenti dell'antico tempio cinese

  • 30 giugno 2017, 08:16
  • 23 novembre, 05:12
La meditazione, punto centrale della filosofia Shaolin

La meditazione, punto centrale della filosofia Shaolin

  • @XI

Walter Gjergja è un monaco Shaolin, vive a Lugano e porta in giro per il mondo le parole del noto tempio cinese. Il 45enne ha dismesso gli abiti occidentali per vestire quelli di maestro spirituale. Una via lunga, che ha portato Shi Xing Mi (nome buddhista del nostro interlocutore) al mitico tempio che si trova nella regione di Henan (Cina). Sono pochissimi gli europei che hanno avuto questo privilegio, si contano sulle dita delle mani.

Il maestro prepara il the

Il maestro prepara il the

  • MB

"Sono stato fortunato – afferma Gjergja –. Un maestro ha deciso di insegnarmi la filosofia del tempio grazie al mio modo di pormi e alla mia etica. Sono diventato un suo discepolo". Lo sguardo del monaco sembra ripercorrere gli anni, fino a tornare nei suoi primi giorni a Den Feng. "Il primo giorno la vita comoda che mi ero lasciato alle spalle è da subito diventata un ricordo lontano". Sveglia presto, vestiti spartani e colazione a base di riso. Dopo una prima meditazione cominciano gli esercizi che temprano fisico e mente. Ogni gesto, movimento o allenamento ha un solo obiettivo: allungare la vita e alleggerire lo spirito. La cosa più dura è l’autodisciplina. "Andare a studiare al monastero, 32 anni fa, era veramente un'avventura: 14 ore di treno, si dormiva con le galline. Ora ci si può informare con internet e il viaggio, con i nuovi mezzi dura un paio di ore. Ma le regole ferree del tempio sono rimaste, eccome".

Esistono anche scuole esterne al tempio: "Lì mi sono allenato i primi anni, sono delle scuole filosofico-militari. Trovi ragazzi dai 5 ai 25 anni che cercano uno sbocco nella vita per fuggire da quella di contadino dei loro padri".

Meditazione in movimento

Meditazione in movimento

  • foto MB

Il rientro in Europa non è stato facile: "La vita del tempio è dura, ma ti senti protetto. Tornare in occidente? I primi giorni non riuscivo quasi a uscire di casa: auto, frenesia delle persone e rumori mi hanno destabilizzato. Poi, grazie agli insegnamenti Shaolin, ho capito che potevo essere un monaco "metropolitano", che la vera forza è al nostro interno. Quello che mi circonda, in fondo, è parte di me, della mia cultura. Ma la stessa cosa mi succede anche quando torno in Cina a trovare i miei fratelli: mi trovo nella totale semplicità, dormo al freddo, non esiste acqua corrente... per i primi tre giorni sono un po' sotto choc".

Tra metallo e cemento

Tra metallo e cemento

  • foto MB


In ognuno di noi vive un monaco Shaolin

"Le basi della filosofia Shaolin sono quelle del vivere comune: passione per ciò che si fa, rispetto degli altri, etica comportamentale, prendersi cura di se stessi e poi se si ha energia aiutare gli altri. Credo, per questi motivi, che tutti possono essere un monaco Shaolin nella nostra vita moderna", sostiene il maestro.

La storia millenaria di Shaolin, tra arti marziali e spiritualità

La tradizione Shaolin arriva dall'antica India, portata nel 520 d.C in Cina da Bodhidharma, un patriarca buddhista. Il tempio esisteva già quando arrivò. Le novità che portò furono la meditazione, che lui chiamò Chan (Zen), e le arti marziali (Wu). La tradizione medica cinese si fuse poi con quella ayurvedica indiana, espandendo così la cultura curativa dei monaci e donando loro alcuni precetti. Le regole di vita di un monaco Shaolin sono circa 200 e si fondano su cinque principi fondamentali che possono essere seguiti da tutti, non solo dai monaci. Sono regole per diventare un essere umano civile.

Alcune regole che i monaci dovrebbero seguire

Alcune regole che i monaci dovrebbero seguire

  • @MB


Il mito offuscato dalla modernità

L'unico requisito o prova richiesta per essere accettato oggi nella maggior parte delle scuole di Shaolin è... il pagamento delle lezioni. Resta comunque un requisito implicito: se ci si iscrive ai corsi veri, quelli per gli studenti del posto, e non si è fisicamente o mentalmente preparati, dopo qualche giorno si getta la spugna. Succede spesso, per una serie di fattori che vanno rapidamente ad accumularsi annullando l'entusiasmo iniziale. L'impatto fisico di 6-8 ore di intensi allenamenti quotidiani, senza la giusta preparazione, causano immediatamente strappi, contratture, distorsioni, fratture. C'è poi da aggiungere l'impatto mentale della vita in una scuola di Deng Feng, fatta di fatica, freddo, caldo, standard igienici scarsi e lontananza da casa.

L'arte del combattimento Shaolin, guarda la galleria fotografica – foto Keystone

I monaci del tempio cinese stanno diventando, anno dopo anno, sempre più cosmopoliti. Gli spettacoli si moltiplicano in ogni angolo del globo. Quella che un tempo era un'arte guerriera si è trasformata (a volte) in puro spettacolo.

Mauro Botti

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