Un drago si aggira sulle acque del Lario, nel golfo di Lecco. I bambini ne sono estasiati, i genitori incuriositi, i turisti non smettono di scattare foto in maniera quasi compulsiva. Piccole istantanee di una domenica pomeriggio d’inizio primavera, frutto di un’iniziativa destinata a far parlare di sé: in città è infatti “sbarcato” Lècch Ness, un taxi boat con le sembianze di un mostro verde.
Con un gioco di parole più che mai azzeccato ecco che il celebre Nessie di Loch Ness diventa Lècch Ness, riprendendo il nome dialettale della città di Manzoni. Ma il battello (che circumnavigherà il golfo per tutta la stagione) vuole essere un omaggio anche al Lariosauro, una creatura realmente esistita, rettile marino vissuto duecento milioni di anni fa e di cui, proprio nel lecchese, sono stati rinvenuti fossili oggi visibili al Museo di storia naturale di Lecco. Quando storia e leggenda si incontrano nascono figure che hanno dell’incredibile.
Si è detto entusiasta Carlo Pedrazzini, presidente di Lecco Boat: “C’è molto clamore, il battello è fotografatissimo, e questo ci lascia ben sperare, miriamo a raggiungere le quattromila presenze in due mesi”.
Lècch Ness è stato progettato dall’artista Andrea Gaspari, originario di Merate. Tantissime le persone che non si sono fatte scappare l’occasione di salire a bordo. Tra loro anche una donna americana, Linda Sorenson, originaria del Minnesota: “Ci sono più di diecimila laghi nella mia terra, al confine con il Canada, ma non ho mai visto niente di simile, dovevo arrivare qui per trovare Lècch Ness!”.
Romina Vinci