Dopo diversi anni di lavoro, il CERN di Ginevra e i suoi partner internazionali hanno completato lo studio di fattibilità del nuovo super acceleratore di particelle Future Circular Collider. Questo tunnel ad anello, di 90,7 chilometri di circonferenza, potrebbe sostituire negli anni 2040 il Large Hadron Collider (LHC). Il nostro corrispondente in Romandia, Riccardo Bagnato, ha quindi intervistato Fabiola Gianotti, attuale direttore generale del CERN, per capire le implicazioni di questo progetto mastodontico (la video intervista integrale in cima all’articolo):
“Questo è un progetto molto importante, perché se approvato sarà lo strumento più straordinario mai costruito dall’umanità per studiare i costituenti e le leggi dell’universo a un livello più fondamentale. Sarà uno strumento di cosiddetta “big science”, grande scienza e così come i grandi telescopi e i grandi acceleratori, sono strumenti che possono essere costruiti soltanto su un periodo molto lungo: richiedono tecnologie molto complesse e quindi sono dei progetti che si dipanano su decenni”.
Come spiegherebbe a una persona che non conosce la scienza le differenze tra il nuovo e il vecchio acceleratore?
“Il nuovo ci permetterebbe di esplorare una nuova frontiera di energia: di fare un salto di 7-10 volte superiore rispetto all’energia che siamo in grado di riprodurre oggi, con l’acceleratore attuale. L’energia che riproduciamo (oggi, ndr.) può essere ricondotta alla temperatura che l’universo aveva nelle fasi primordiali; quindi, più energia immettiamo nel sistema più siamo in grado di risalire all’origine dell’universo”.
15 miliardi di franchi: è circa il costo indicato nello studio di fattibilità per questo nuovo progetto che deve ancora essere approvato. Ma il tutto in un contesto geopolitico molto cambiato negli ultimi anni… Come farà a convincere gli Stati membri che bisogna investire?
“È proprio nei momenti difficili per l’umanità, come quello attuale in cui ci sono molte tensioni geopolitiche, che bisogna investire nei buoni valori, nelle cose belle: nella scienza, nella tecnologia, nei valori di collaborazione pacifica, di inclusione e di scienza aperta. Tutti questi sono i valori del CERN. Quindi questi sono gli argomenti che spero ci permetteranno di convincere gli Stati membri di approvare questo progetto. E penso che i governanti potranno ascoltare queste argomentazioni: sarebbe la dimostrazione nei suoi 70 anni di storia, gli Stati membri hanno continuato a finanziarlo nel corso degli anni, anche negli ultimi anni nonostante siamo passati attraverso eventi come il COVID, l’invasione dell’Ucraina, grandi problemi economici… gli Stati membri non hanno mai chiesto di diminuire il loro contributo perché penso riconoscano l’importanza di questa istituzione che tutto il mondo ci invidia”.
Le comunità locali si domandano però se non ci saranno problemi di carattere ambientale, per lo smaltimento dei detriti… alcune associazioni stimano che il progetto in realtà costerà fino a 80 miliardi e chiedono che sia rivisitato se non fermato, perché dicono che gli studi di fattibilità si basano su azzardi, su ipotesi… come risponde?
“Rispondo che lo studio di fattibilità è molto serio e sarà rivisto da comitati internazionali di esperti in vari ambiti, i quali rivaluteranno i costi. Abbiamo avuto una revisione a metà percorso e il costo che avevano stimato è stato verificato e sostenuto dai comitati di revisione… Ciascuno di noi può ipotizzare delle cifre, ma poi ciò che conta è la realtà dei fatti.”
Lei, come scienziata cosa spera che questo nuovo acceleratore porterà concretamente all’umanità?
“Da punto di vista scientifico il mio sogno sarebbe poter scoprire la natura della materia oscura che rappresenta circa il 25% dell’Universo… Non so se il nuovo acceleratore darà questa risposta, ma senz’altro ci permetterà di fare passi avanti molto molto importanti nella comprensione dell’Universo”.

Il futuro acceleratore del CERN da 15 miliardi
SEIDISERA 01.04.2025, 18:00
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Acceleratore di particelle del CERN, lo studio di fattibilità
Telegiornale 31.03.2025, 20:00