Le criptovalute hanno un costo per l'ambiente, paragonabile o superiore a quello dell'estrazione di oro, rame e platino: i calcoli effettuati dai computer infatti consumano molta energia e producono tonnellate di anidride carbonica. Lo hanno stimato per la prima volta Max Krause, dell'Istituto Oak Ridge per la Scienza e l'Educazione di Cincinnati, e Thabet Tolaymat, dell'Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti, che hanno pubblicato lunedì i risultati dei loro studi su Nature Sustainability.
I ricercatori hanno analizzato il “mining” – il processo di creazione delle divise virtuali – di diverse criptovalute. Hanno scoperto ad esempio che mentre l'energia consumata per i Bitcoin è di 17 megajoule, l'estrazione di una quantità equivalente di rame richiede 4 megajoule, di oro 5 e di platino 7. Inoltre, nello stesso periodo analizzato, il mining ha generato fino a 15 milioni di tonnellate di anidride carbonica, a seconda dei metodi di produzione dell’energia elettrica.
ATS/ludoC