Due diversi team di scienziati - uno americano, l'altro britannico - sono arrivati alla stessa conclusione: una mutazione nel virus Ebola, avvenuta probabilmente all'inizio del 2013, ha reso le cellule del microrganismo doppiamente infettive per gli esseri umani e meno contagiose per gli animali.
Secondo gli esperti, questo fenomeno spiegherebbe la devastante epidemia rilevata soprattutto in Africa, tra il 2013 e il 2016, che interessò 28'000 persone, uccidendone 11'000.
L’indagine, condotta da studiosi della University of Massachusetts Medical School e della Britain's University di Nottingham, è stata pubblicata sulla rivista specializzata Cell.
ATS/bin