Facebook e gli altri social media "approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana" con un meccanismo che crea dipendenza come una droga, "Dio solo sa cosa sta facendo alla mente dei bimbi". Così Sean Parker, inventore di Napster e fra i primi collaboratori di Mark Zuckerberg, poi diventato presidente della società di Menlo Park. Parker ha dichiarato venerdì di considerarsi un "obiettore di coscienza" dei social media.
"Il processo creativo dietro queste applicazioni, a partire da Facebook, è stato: "come posso consumare più tempo e attenzione possibile?" - ha spiegato Parker -. E questo voleva dire dare una piccola dose di dopamina ogni tanto, ad esempio un like alla tua foto o al tuo post. Questo porta a produrre più contributi, che danno più interazioni e commenti. E' un "loop" di validazione sociale, esattamente quello che un "hacker" come me cerca, perché si sta sfruttando una vulnerabilità della psicologia umana".
"I creatori, gli inventori, come me, Mark, Kevin Systrom di Instagram, lo capivano perfettamente. Ma l'abbiamo fatto lo stesso", ha spiegato Parker.
ATS/M. Ang.