La struttura dei supervulcani è diversa da come ci si è immaginato finora: assomiglia a quella di una spugna, che viene caricata molto lentamente dal calore del mantello terrestre. La scoperta è del Politecnico di Zurigo, ed è stata pubblicata sulla rivista Nature Geoscience.
Finora una delle teorie più accreditate riteneva che le camere magmatiche fossero composte da bacini di magma, riforniti di calore e materiale dal mantello. Una seconda teoria invece prevedeva una struttura solidificata, nella quale l'eruzione veniva originata dall'influsso massiccio di calore e materiali dal mantello.
Secondo Olivier Bachmann, che ha guidato la ricerca, la verità è a metà strada in quanto un supervulcano contiene una miscela di magma liquido e solido, la metà in forma cristallina. L'aspetto della camera è simile a una spugna, fatta di una rete di roccia cristallizzata e pori. All'interno di questi ultimi penetra progressivamente materiale fuso, che si accumula a lungo prima di essere scagliato fuori.
AST/Bleff
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