L'impronta della rete venosa delle dita potrebbe diventare il sistema di riconoscimento biometrico del futuro. Alcuni ricercatori dell’Alta scuola vallesana hanno sviluppato un dispositivo di imaging che registra questa impronta in tre dimensioni. Così scannerizzata, la rete venosa di un dito è molto difficile da contraffare, ha dichiarato mercoledì Pierre Roduit, professore presso l'HES-SO di Sion.
Se esistono già sensori che producono un'immagine bidimensionale, l'aggiunta della terza dimensione rende la falsificazione molto più complessa, afferma Roduit. Il dispositivo esegue la scansione di un dito con luce a infrarossi e tre fotocamere. L'assorbimento della luce da parte dell'emoglobina del sangue fa apparire il sistema venoso. I dati vengono scansionati e inviati a un server per il confronto con un database. Il processo richiede meno di due secondi.
L'interno dell'apparecchio
Un brevetto è stato depositato a gennaio. Potenziali clienti hanno espresso interesse, soprattutto nell’ambito degli ospedali.
ATS/BRav