Una delegazione del Parlamento svizzero è volata a New York per capire di persona come lavora la Confederazione in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’ambasciatrice presso la missione permanente delle Nazioni Unite, Pascale Baeriswyl, ha guidato i parlamentari svizzeri tra le strade di New York. Destinazione: Palazzo di vetro. All’ordine del giorno c’era la non proliferazione nucleare.
“I punti principali”, ha spiegato il consigliere militare Marc-Alain Stritt , “sono l’appello a proseguire con il disarmo nucleare, quello per ridurre i rischi usando i meccanismi esistenti e uno per mantenere l’architettura di non proliferazione prevista dal trattato”. La pressione sul Consiglio di sicurezza è alta e per la Svizzera i temi in agenda sono molto importanti. Prima dell’inizio dei lavori, i parlamentari sono stati accolti dal segretario generale, Antonio Guterres.
“Dopo queste prime ore ho davvero l’impressione che il lavoro che si fa qui è molto importante”, racconta la presidente del consiglio degli Stati, Eva Herzog (PS, BS). “È un compito importante per un Paese neutrale”, le fa eco il presidente del consiglio Nazionale Eric Nussbaumer. “Costruire un ponte per permettere al dialogo di continuare”. “È impressionante, soprattutto per la pazienza che si deve mantenere ad esempio quando parlano i rappresentanti russi”, aggiunge il consigliere agli Stati, Andrea Caroni (PLR, AR)
Dal vivo il ruolo della Svizzera appare ancora più chiaro. “Ora più che mai il ruolo della Svizzera è importante come Paese neutrale, come promotore del dialogo”, afferma la consigliera nazionale Greta Gysin (I Verdi, TI). “Lo abbiamo visto anche stamattina il rispetto di cui gode la Svizzera. Possiamo giocare un ruolo centrale e lo stiamo facendo molto bene”.
Il consigliere agli Stati Werner Salzmann (UDC, BE) aggiunge: “Il ruolo della Svizzera ovviamente non è come quello degli altri Paesi, ma ho sentito che la nostra neutralità è molto apprezzata. Attraverso questo valore siamo in grado di sbloccare diverse situazioni”.
Una caratteristica elvetica mai così al centro delle discussione come in questi ultimi anni, e anche all’ONU rimane uno dei valori più apprezzati del nostro Paese.