La decisione del Consiglio federale di consentire la caccia ai lupi in situazioni di emergenza ha scatenato non poche critiche. Da un lato, sembra che le misure già vigenti siano sufficienti al contenimento del problema; dall’altro, si discute la democraticità della decisione. In un’intervista alla RSI, Tiziano Putelli, responsabile dell’Ufficio Caccia e Pesca del Canton Ticino, ha chiarito alcuni punti chiave circa la presenza di questi grandi predatori sul territorio svizzero.
SEIDISERA del 01.11.2023: lupo, l’intervista a Tiziano Putelli
RSI Info 06.11.2023, 11:09
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Definire il problema e l’efficacia delle misure è molto complesso. Ad esempio, non si conosce il numero esatto di esemplari sul territorio. “I branchi di lupi sono transfrontalieri, il che complica l’accuratezza del loro censimento,” ha spiegato, aggiungendo che “i lupi in Ticino, inclusi alcuni cuccioli osservati di recente, sono circa 15, a cui si aggiungono 10-15 lupi solitari”.
La nuova ordinanza segmenta la Svizzera in regioni per la gestione del lupo, e la regione che include Ticino, Grigioni e San Gallo è la numero cinque. Putelli ha sottolineato che, mentre questa zona ospita una ventina di branchi, la normativa richiede la preservazione di soltanto tre branchi. Questo, ha notato, potrebbe suggerire un futuro incerto per gli altri branchi, soprattutto considerando che “nei soli Grigioni ve ne sono 14”.
Interrogato su chi avrà l’ultima parola riguardo all’intervento e dove, Putelli ha evidenziato che la priorità sembrerebbe essere data ai danni causati agli animali da reddito. Ha però ricordato che “se un branco si mostra problematico o aggressivo nei confronti delle persone, è già prevista la possibilità di un intervento immediato”.
Infine, rispondendo alle preoccupazioni sollevate dagli ambientalisti che temono una “strage all’orizzonte”, Putelli ha ribadito l’importanza della protezione del lupo, la cui presenza va tutelata. “Non stiamo parlando di eradicare la specie, ma di regolarne la popolazione,” ha dichiarato. Ha messo in guardia sul rischio che, eliminando un branco, si possa incoraggiare l’arrivo di individui o specie più aggressivi, sottolineando che “le misure di protezione devono essere mantenute o migliorate”.
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