Il Consiglio degli Stati ha bocciato martedì una mozione della democentrista turgoviese Verena Herzog. Chiedeva delle misure per ridurre - in modo significativo – la prescrizione di Ritalin ai bambini e ai ragazzi iperattivi. La terapia farmacologica contro il disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività, viene a volte criticata ma -secondo i medici- è indispensabile soprattutto nei casi più seri.
La ricerca continua e nella clinica psichiatrica universitaria di Zurigo si stanno per esempio studiando anche terapie alternative.
In Svizzera a circa il 5% della popolazione infantile viene diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, o ADHD. Una diagnosi che va di moda, si sente dire a volte da chi pensa che la nostra società non tolleri bambini più vivaci di altri. Una visione non condivisa da Susanne Walitza, direttrice della clinica universitaria psichiatrica infantile di Zurigo e esperta di ADHD.
"L'ADHD è già stato descritto nel 1844 da Heinrich Hoffmann, un medico psichiatra di Francoforte. Poi ci sono stati molti studi sul tema, e da circa trent'anni sappiamo che l'incidenza del disturbo è la stessa in tutti i paesi, continenti e culture e che ha cause biologiche che sono state studiate in modo approfondito", spiega ai nostri microfoni.
Susanne Walitza
L'ADHD è un disturbo dello sviluppo neurologico caratterizzato da alterazioni della crescita e dello sviluppo del cervello e del sistema nervoso. Un disturbo che viene, nei casi più gravi, curato farmacologicamente con il Ritalin.
“Verso nuove terapie non farmacologiche”
E questo appunto è l'altro aspetto che viene spesso criticato quando si parla di iperattività, diagnosi e terapie. In realtà negli ultimi anni la prescrizione del farmaco è rimasta costante. Inoltre, le terapie alternative sono anch'esse oggetto di studio, sempre presso la clinica psichiatrica pediatrica zurighese, la cui ricerca viene guidata dal professor Daniel Brandeis, che alla RSI spiega: "Stiamo studiando terapie non farmacologiche, metodi personalizzati, con i quali i giovani pazienti, tra le altre cose, imparano ad autocontrollarsi, a regolare da soli il proprio stato di irrequietezza, e paragonando l'efficacia dei neurofeedback a casa con quella fornita dal Ritalin."
Daniel Brandeis
Anomalia ticinese
A livello svizzero un'anomalia viene rappresentata tuttavia dal Ticino. "In Ticino, come in Italia, le diagnosi sono meno frequenti rispetto agli altri paesi europei – spiega Susanne Walitza – probabilmente a causa di una minore presenza di servizi psichiatrici pediatrici, ma ci aspettiamo che anche lì le cose cambieranno."
Ovunque, tuttavia, valgono le linee guida svizzera, secondo cui la terapia farmacologica deve essere decisa di concerto da un pool di espeti, e come ultima ratio.
TG-LDB/ludoC