Svizzera

“Vogliono darci un ultimatum”

La Russia critica gli obiettivi della Conferenza sul Bürgenstock, la Svizzera e le recenti dichiarazioni di Ignazio Cassis 

  • 15 giugno, 12:57
  • 15 giugno, 13:53
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Sergei Garmonin

  • KEYSTONE
Di: Davide Paggi 

‘’Questa conferenza non mira fin dall’inizio a una risoluzione pacifica del conflitto, ma tenta di allargare la coalizione anti- russa a paesi del Sud globale per arrivare poi a mettere la Russia di fronte a un ultimatum basato sulla formula di pace di Zelensky ‘’. Così - proprio il giorno dell’avvio dei lavori sul Bürgenstock - l’ambasciatore russo in Svizzera Sergei Garmonin commenta alla RSI le recenti dichiarazioni del consigliere federale Ignazio Cassis e del presidente del Parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk in visita alle Camere federali a Berna. Il primo aveva detto - ricordiamo - che Mosca non era stata invitata anche perché - in caso di partecipazione - l’Ucraina non sarebbe venuta; il secondo aveva affermato davanti alla stampa che l’obiettivo di Kiev sul Bürgenstock era allargare il fronte di sostenitori alla causa ucraina.

‘’Non ha senso partecipare’‘

Secondo Garmonin ‘’Berna cerca di calmare le acque, mentre il regime di Kiev chiama le cose col loro nome’’. Per la Russia non ha dunque senso partecipare a una conferenza che non tiene conto fin dal principio dei suoi interessi, aggiunge il rappresentante del Cremlino.

‘’Approccio non condivisibile’‘

Per la Russia questa conferenza è il proseguimento degli incontri dei consulenti alla sicurezza occidentali, il cui obiettivo è porre Mosca di fronte ad un’ingiunzione basata sulla formula di pace di Zelensky. Un approccio non condivisibile dalla Russia, secondo il suo ambasciatore in Svizzera, che ricorda come Mosca sarebbe già in possesso d’una bozza del comunicato sull’intesa che si vuole raggiungere sul Bürgenstock e che questa conterrebbe 9 dei 10 punti della formula di pace proposta da Kiev. 

‘’Svizzera apertamente ostile’‘

Riportando la posizione del Cremlino, Sergei Garmonin ricorda poi le parole pronunciate in aprile dal ministro degli esteri Sergei Lavrov secondo il quale ‘’la Svizzera non è un paese neutrale, ma da paese neutrale si è trasformata in paese apertamente ostile (…) E’ quindi davvero curioso, che apra le porte in modo  così ospitale, nella speranza che abbia ancora la reputazione di paese mediatore’’.

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