Il Consiglio Federale ha comunicato venerdì che oltre la metà delle aziende non rispetta l’obbligo di eseguire un’analisi della parità salariale uomo-donna. L’Esecutivo sottolinea che l’assenza di sanzioni per chi viola la legge spiega in parte questa situazione.
I dati emergono da uno studio esterno commissionato dall’Ufficio federale di giustizia, il quale cita come possibili ragioni per questa inadempienza la mancanza di consapevolezza del problema, la scarsa conoscenza degli obblighi legali o l’assenza di sanzioni per chi viola la legge.
Il principio costituzionale del “salario uguale per un lavoro di uguale valore” rappresenta una componente centrale per la parità dei sessi, sottolinea il Governo. In funzione di ciò, dal primo luglio 2020, le aziende che hanno più di 100 impiegati sono tenute a eseguire un’analisi interna sullo stato della parità salariale. Le aziende hanno tre obblighi: investigare se all’interno dell’azienda sussistono disparità salariali sistematiche inspiegabili tra donna e uomo, far verificare l’analisi da un organo indipendente e informare i lavoratori sul risultato dell’analisi.
Vista la situazione attuale di inosservanza della legge, il Consiglio Federale ha deciso di anticipare di due anni il proprio rapporto sulla valutazione d’impatto, con una pubblicazione ora prevista per la fine del 2027.

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Notiziario 07.03.2025, 16:00
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