Le armi di cui dispongono i servizi segreti svizzeri per contrastare la minaccia terroristica sono spuntate e per questo un comitato formato da liberal-radicali, popolar-democratici, democentristi e borghesi-democratici, oltre che da qualche verde-liberale e da alcuni socialisti, è sceso in campo martedì per invitare ad approvare la legge sulle attività informative, sulla quale il popolo s'esprimerà a fine settembre. Sono in gioco, a detta dei sostenitori, la libertà e la felicità della gente.
Il pericolo di una schedatura di massa, com'è stato il caso durante la Guerra fredda, paventato dai contrari, sarà evitato grazie agli strumenti di controllo previsti, sia interni all'amministrazione che esterni (leggi: Parlamento), sottolineano gli intervenuti.
A lanciare il referendum è stata l'Alleanza contro lo Stato ficcanaso, della quale fanno parte, tra gli altri, Gioventù socialista, Verdi socialisti, Partito pirata, Partito del lavoro e Gruppo per una Svizzera senza esercito. Secondo costoro, la normativa erode in modo consistente la sfera privata, con il rischio di considerare ogni singolo cittadino un potenziale sospetto.
ATS/dg