L’iniziativa “Per alimenti equi”, riuscita alla fine del 2015 con più di 105’000 firme convalidate, punta ad una regolamentazione complessiva per l’ambito delle derrate alimentari e chiede alla Confederazione di rafforzare l’offerta di derrate prodotte nel rispetto dell’impatto ambientale, degli animali e di eque condizioni di impiego. In caso di accettazione una specifica legge dovrebbe essere elaborata ed entrare in vigore entro tre anni. Trascorso questo termine, il Governo emanerebbe le norme esecutive tramite un’ordinanza.
I promotori dell'iniziativa, all'atto della consegna ufficiale delle firme a Berna nel novembre del 2015
Sono diverse le misure proposte dal testo: da migliori dichiarazioni sulla produzione e sulla trasformazione degli alimenti, fino a provvedimenti finalizzati a evitare gli sprechi e a valorizzare la produzione regionale e stagionale. Un aspetto rilevante concerne quindi l’importazione: l’iniziativa, infatti, punta ad imporre la conformità alle disposizioni elvetiche per le derrate non trasformate o solo leggermente trasformate prodotte all’estero. Di conseguenza non potrebbero più essere importati prodotti come uova o carne provenienti da allevamenti intensivi. L’autorità federale sarebbe quindi chiamata ad assicurare verifiche di conformità anche attraverso controlli effettuabili nei paesi d’origine.
Gli argomenti degli iniziativisti
I promotori rilevano che in Svizzera viene importata quasi la metà delle derrate e sostengono la necessità - al posto di un libero scambio sistematico - di una strategia legata alla qualità anche sul piano delle importazioni. Denunciano quindi un’offerta crescente, e in assenza di dichiarazioni trasparenti, di alimenti come uova e carni importate e prodotte da catene industriali di massa. Si rende quindi indispensabile, a beneficio dei consumatori, un’informazione più accurata sui sistemi di produzione e di allevamento.
I sostenitori del testo puntano ad un'agricoltura sostenibile e di prossimità
Fra i vari aspetti sottolineati dagli iniziativisti figurano quindi l’esigenza di ricavi adeguati per gli agricoltori, l’impatto dello spreco alimentare sull’ambiente e sui prezzi e la necessità di incoraggiare un’agricoltura sostenibile e di prossimità per lasciare alle nuove generazioni un ambiente integro e preservato.
Il “no” del Governo
Il Consiglio federale, pur condividendo in via di massima le istanze dell’iniziativa, giudica però sufficienti le disposizioni che in materia sono già in vigore. Secondo l’Esecutivo non è quindi necessaria una nuova norma costituzionale come quella proposta dall’iniziativa. L’applicazione del testo, respinto a larga maggioranza da entrambe da Camere, viene inoltre giudicata problematica alla luce delle possibili incompatibilità con gli accordi internazionali e delle relative conseguenze per l’accesso ai mercati.
Il Governo evoca anche la prospettiva di aumenti dei prezzi
Per il Governo, inoltre, seri problemi sorgerebbero sul piano dell’applicazione di prescrizioni minime per le derrate provenienti dall’estero. Gli oneri legati a controlli nei paesi d’origine, sostiene il Consiglio federale, potrebbero poi indurre incrementi dei prezzi che andrebbero a tutto svantaggio dell’economia e dei consumatori.
ARi