Svizzera

AVS: la parola al Tribunale federale

Stime erronee sul primo pilastro e votazione popolare del 2022: i giudici di Mon Repos sono chiamati a pronunciarsi oggi sui ricorsi delle Donne PS e dei Verdi

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RG 07.00 del 12.12.2024 - La corrispondenza di Anna Riva

RSI Info 12.12.2024, 06:03

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Di: ATS/ARi 

Il Tribunale federale (TF) è chiamato a pronunciarsi in un’udienza pubblica oggi, giovedì, sui ricorsi contro il voto che, nel 2022, sancì l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne.

Le relative istanze sono state presentate dalle Donne socialiste e dai Verdi, che denunciano cifre inesatte sulle proiezioni legate all’AVS. In effetti, lo scorso agosto, l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) aveva reso noto che le prospettive finanziarie per il primo pilastro si basavano su due formule di computo errate.

Gli ultimi calcoli hanno quindi stabilito che le uscite dell’AVS per il 2033 erano state sovrastimate nella misura di 2,5 miliardi di franchi. La correzione, in buona sostanza, mostra che il primo pilastro è in condizioni migliori rispetto a quanto annunciato nel 2022 nella documentazione per la riforma AVS 21.

La riforma introdusse l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne dopo una votazione molto combattuta: a sostegno del progetto si espresse infatti solo il 50,5% dei votanti.

La questione passa così all’esame della prima corte di diritto pubblico del TF. Per l’udienza odierna due magistrate affiancheranno tre giudici ordinari. Poiché la prima corte, infatti, è composta unicamente da uomini, il TF ha deciso di applicare una disposizione regolamentare secondo cui “membri di entrambi i generi partecipano alla corte chiamata a decidere, quando la natura della controversia sembra giustificarlo”.

Se i ricorsi venissero accolti, il popolo sarebbe chiamato a tornare alle urne: una prima in Svizzera. Già nel 2019 il TF aveva annullato l’esito sull’iniziativa del PPD - ora Centro - sull’imposizione delle coppie sposate. In quell’occasione i giudici di Mon Repos stabilirono che la libertà di voto dei cittadini era stata ostacolata da informazioni erronee diffuse dal Consiglio federale in vista della votazione, svoltasi nel febbraio del 2016. Il testo venne poi respinto dal 50,8% dei votanti.

All’epoca il Governo aveva indicato che solo 80’000 coppie risultavano discriminate dal modello fiscale in questione. Due anni più tardi, tuttavia, dovette riconoscere che erano invece ben 454’000. Il partito, tuttavia, ha rinunciato a chiedere la ripetizione del voto, preferendo invece lanciare in materia una nuova iniziativa.

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