Proprio come in quella cattolica, gli abusi sessuali sono una realtà anche nella Chiesa evangelica tedesca. Un nuovo studio condotto a livello nazionale parla di migliaia di vittime e aggressori. I risultati pubblicati negli scorsi giorni hanno un’eco anche in Svizzera. Pure i riformati elvetici nel corso di quest’anno intendono lanciare una ricerca per valutare la portata del fenomeno all’interno delle loro istituzioni.
La Chiesa evangelica riformata svizzera ha a lungo sottovalutato la portata del fenomeno, secondo la sua presidente Rita Famos. “Per anni abbiamo ripetuto che siamo diversi, democratici, che abbiamo abolito il celibato e che dunque nelle nostre strutture non possono capitare cose del genere. Lo studio tedesco dimostra che ci siamo illusi e anche sopravvalutati”, afferma la pastora.
Un atteggiamento che secondo i ricercatori in passato ha scoraggiato tante vittime dal farsi avanti. “Fino a poco tempo fa - ammette Rita Famos - ero convinta anche io che non fosse necessario uno studio per far luce su questo capitolo. Ora ho cambiato idea”.
Innanzitutto bisognerà analizzare le modalità per realizzare una ricerca nazionale. Contrariamente alla Chiesa cattolica, dove ci sono gli archivi delle diocesi, in quella riformata si tratterebbe di consultare i documenti del migliaio comunità sparse in tutto il Paese. Una decisione verrà presa dal sinodo entro la fine del 2024. Nel frattempo si stanno rafforzando le misure di prevenzione adottate circa 15 anni fa e si desidera creare una centrale dove le vittime possano presentare le loro segnalazioni.