L’indagine condotta dal Vaticano non ha portato alla luce prove di “reati punibili, insabbiamento, negligenze o errori da richiedere l’avvio di un procedimento penale canonico”. Ciononostante, “le procedure” adottate dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) “non sono state adeguatamente seguite”. Questa in sintesi la conclusione del Dicastero dei Vescovi in merito all’indagine condotta dal CVS, i cui risultati sono stati inoltrati a Roma ad inizio 2024.
Venerdì, come comunicato dal collegio elvetico, è giunta la risposta dal Vaticano, che ha rimproverato diversi vescovi svizzeri in relazione alle accuse di abusi sessuali e alla loro gestione. “Irregolarità formali” che hanno portato a riprensioni canoniche, con la preghiera che vescovi e corpo episcopale svizzero prestino in futuro maggiore attenzione ai casi d’abuso. Alcuni dei vescovi sono stati contattati direttamente e altri tre riceveranno una lettera. Tra di loro anche l’amministratore apostolico Alain De Raemy, come confermato alla RSI dal vescovo di Coira Joseph Maria Bonnemain, incaricato dalla CVS di condurre l’indagine.
Sulla base delle considerazioni romane, la Conferenza episcopale svizzera ha annunciato che non sono previsti procedimenti penali canonici.
Il cardinale Robert Francis Prevost, cardinale al Dicastero vescovile, ha però riconosciuto gli sforzi profusi negli anni dalla CVS nel “trattare i casi di abuso”.
Abusi, il Vaticano rimprovera i vescovi svizzeri
Telegiornale 18.10.2024, 12:30
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Notiziario 18.10.2024, 11:00
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Chiesa cattolica svizzera, le misure per combattere gli abusi
Telegiornale 27.05.2024, 12:30