Testimonianza

Raffaella, vittima di abusi: “Non sono quella ferita”

Alla RSI si racconta Raffaella Raschetti, prima vittima ticinese di abusi in ambito cattolico a parlare senza l’anonimato

  • 13 ottobre, 08:00
  • 13 ottobre, 17:35
18:32

Raffaella Raschetti

Strada regina 12.10.2024, 18:35

Di: Francesco Muratori 

“Io non sono quella ferita”. A Strada Regina si racconta Raffaella Raschetti, prima vittima ticinese di abusi in ambito cattolico a parlare senza l’anonimato. In un lungo dialogo Raschetti parte dalla violenza subìta quando aveva 10 anni da parte di un sacerdote, fino al successivo desiderio di vita e bellezza.

E’ riuscita a perdonare? “Mi guardo quasi dall’esterno - dice -. Vedo una bambina molto timida, ma anche molto curiosa della vita e delle cose. E certo che sì, si puo’ perdonare. Certamente il perdono non è un sentimento buonista. Il perdono è desiderare il bene anche per l’altra persona. Lui se n’è andato in cielo: e allora mi auguro che che abbia il perdono anche dal Padre. Da me ce l’ha, anche se ogni tanto sale di nuovo il bollore, questo sì”.

Raffaella Raschetti ha subìto violenze e abusi da parte di don Ugo Campana, lui 65 anni, lei 10, ad Osogna agli inizi degli anni ’80. Abusi prolungati nell’arco di 5 anni. Processato e condannato a 2 anni e 3 mesi il sacerdote è poi morto dopo qualche tempo.

Sono diversi anni che Strada Regina - programma religioso della RSI - , è impegnata sul fronte degli abusi in ambito della Chiesa Cattolica, ma mai abbiamo incontrato una persona che è riuscita a separare la Chiesa, il bene che fa, dal male degli uomini. Sono due cose distinte che aprono lo sguardo verso una nuova vita che ogni sopravvissuto agli abusi vuole avere. E soprattutto indicano una strada a tutta la comunità Chiesa: le vittime di abusi non sono solo quella ferita.

Dopo un lungo percorso in lungo percorso in Raschetti è nato il desiderio di testimoniare in prima persona e di impegnarsi con il GAVA, il gruppo di ascolto delle vittime di abusi in ambito religioso, associazione indipendente, nata pochi giorni fa in Ticino come consorella di altre due associazioni svizzere, la SAPEC in Svizzera romanda e l’IG-M!ku in svizzera tedesca.

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