Anche il Ticino ha ora il suo gruppo indipendente d’ascolto, chiamato GAVA e presentato ieri, ma l’apripista nello scoperchiare il tema degli abusi sessuali in ambito religioso è stato il gruppo romando SAPEC. Il “Soutien aux personnes abuséee dans une relation d’autorité religieuse” ha infatti aperto il varco alla nascita delle altre associazioni in Svizzera e soprattutto alla lenta, faticosa e non ancora conclusa ammissione di colpa da parte della Chiesa cattolica.
“Il compito più grande in questi quattordici anni è stato quello di farsi riconoscere”, ha spiegato ai microfoni della RSI Jacques Nuoffer, presidente di SAPEC e co-fondatore del gruppo. “C’erano già diverse vittime, ma erano i vescovi a non ascoltarci e a non interessarsi alle nostre proposte, ai nostri rapporti o al fatto che ci fossero stati abusi sessuali, come in Vallese. Queste furono le difficoltà”.
Negli anni, l’associazione ha “accolto le testimonianze di molte vittime”, prosegue il presidente del gruppo. “Siamo riusciti a creare una commissione indipendente e neutrale, che è stata riconosciuta e che riceve le vittime e nella quale si parla francese oltre che tedesco. Ed è fondamentale che possa adattarsi anche al Ticino”.
“Ci sono state molte difficoltà”, conclude Nuoffer, “ma oggi la direzione della Chiesa, con il rapporto pubblicato lo scorso anno, ha promesso dei cambiamenti. Il gruppo di lavoro incaricato di attuarli è però composto quasi interamente da svizzerotedeschi e dunque che non tengono conto di ciò che viene fatto nella Svizzera francese. E questo atteggiamento mi sembra molto grave”.
Ecco Gava, nuovo gruppo d'ascolto in caso di abusi
SEIDISERA 10.10.2024, 18:16
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