Quattro organizzazioni professionali, fra le quali due della Svizzera italiana, chiedono ai Cantoni di adottare misure per affrontare la penuria di personale qualificato nel ramo dell’educazione e dell’accoglienza dell’infanzia. In questo senso una lettera aperta è stata inviata oggi, mercoledì, ai direttori cantonali dell’educazione e della socialità.
La situazione in questo ambito è critica e richiede interventi immediati, sottolineano l’Associazione delle strutture d’accoglienza per l’infanzia della Svizzera italiana (ATAN), la Federazione ticinese famiglie diurne (FTFD), la piattaforma romanda Pro Enfance e la Federazione svizzera delle strutture di accoglienza dell’infanzia (Kibesuisse).
Attualmente, affermano, troppe persone impiegate nelle strutture per l’infanzia non dispongono di una formazione pedagogica adeguata. Il settore, inoltre, è alle prese con una grave carenza di personale qualificato.
Le 4 associazioni chiedono quindi ai Cantoni di professionalizzare il settore. A tal fine le autorità dovrebbero elaborare modelli di finanziamento tali da assicurare, in ogni regione linguistica, che il 100% del personale abbia una formazione iniziale riconosciuta dalla Confederazione, e che il 50% abbia un attestato di livello terziario entro il 2030.
Miglioramenti debbono essere attuati anche sul piano degli orari di lavoro per le attività pedagogiche, la preparazione, la collaborazione con le famiglie e la formazione continua. Da rafforzare è anche la fidelizzazione dei professionisti del settore. In questo senso, dichiarano le associazioni, non basta intervenire sui salari, ma occorre migliorare anche le condizioni lavorative.
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Notiziario 04.09.2024, 11:00
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