Lo sgombero e abbattimento parziale dell'ex Macello sta infiammando le discussioni in Ticino e non solo. Gli avvenimenti di sabato hanno avuto un'eco anche alla Reitschule, storico centro autonomo di Berna che dispone di un contratto regolarizzato con la città. La capitale dispone di una delle più lunghe ed elaborate esperienze con i movimenti alternativi e i centri autonomi. Già negli anni '80 ci furono varie occupazioni e conflitti con le istituzioni, ma ancora oggi regolarmente riemergono problemi legati alla sicurezza e all'ordine pubblico.
Il sindaco bernese, Alec von Graffenried, non si vuole esprimere sull'operato del Municipio di Lugano, ma si è soffermato sugli strumenti in uso nella sua amministrazione per evitare un'escalation delle tensioni: "Quattro volte all'anno è previsto un incontro tra autorità comunali e collettivo. È l'occasione per affrontare i problemi, a volte ci si riesce, a volte no".
Ai colloqui si presentano sempre volti nuovi, per una gestione che infastidisce Erich Hess, politico locale e nazionale dell'UDC che da anni si batte contro la Reitschule: "Tutte le manifestazioni non autorizzate e violente partono dalla Reitschule e dopo aver vandalizzato la città ci tornano, al riparo dalla polizia che non può entrare nell'edificio".
Il sindaco non nega i problemi, che identifica però più nello spaccio di droga e nella criminalità. Inoltre, la situazione regolarizzata non è comunque sufficiente per evitare altre occupazioni illegali di edifici. Le autorità puntano allora su accordi d'utilizzo provvisori: "C'è un ufficio apposito che fa da tramite tra proprietari e occupanti. Non funziona sempre, ma l'obiettivo è che funzioni sempre più spesso".
Una via di mediazione che mira a far sì che si evitino sgomberi forzati che per Alec von Graffenried restano la peggiore, quindi l'ultima delle opzioni.