Si è aperto lunedi un nuovo processo per il caso Adeline, la terapeuta ginevrina uccisa secondo l’accusa nel settembre 2013 da un 42enne già condannato per vari gravi reati a sfondo sessuale.
Il primo processo era stato annullato nell’ottobre scorso per vizi di forma, in particolare a proposito delle perizie psichiatriche. All’udienza di lunedi la difesa dell’imputato e della famiglia della vittima hanno chiesto la testimonianza della direttrice del centro di detenzione La Paquerette, nel frattempo chiuso. La donna ha fatto pervenire alla corte un certificato medico in base al quale non può essere in aula. L'avvocato della famiglia della vittima e la difesa avrebbero voluto sentire sia lei che un'ex impiegata, una guardia e un ispettore, ma la corte, dopo essersi riunita, ha deciso di rinunciare alle loro testimonianze.
Adeline era stata uccisa durante un trasferimento in cui accompagnava, da sola, il 42enne omicida. Quest'ultimo in mattinata è stato interrogato sulla sua detenzione a Bois-Mermet (VD), che prosegue bene. Ha raccontato di aver rinunciato a vedere sia la madre che l'imam, avendo abbandonato la pratica dell'Islam.