“Non ci si può aspettare che la terapia possa “cancellare” le sue tendenze pedofile”. Sono le parole dello psichiatra Elmar Habermayer, autore della prima perizia presentata oggi, martedì, durante il primo giorno di processo nei confronti del 34enne svizzero che nel 2015 assassinò quattro persone a Rupperswil: una donna, suo figlio maggiorenne, l’amica di quest’ultimo, e il figlio più piccolo, abusato sessualmente prima di essere ucciso.
L’esperto, direttore dell’Istituto di psichiatria forense dell’Università di Zurigo, ha parlato di un caso eccezionale, da inserire nella “top 10” delle circa 1'000 perizie realizzate dal suo istituto.
Alto il rischio di recidiva che la perizia denota nei confronti dell’imputato, che si è detto disposto però a sottoporsi ad una terapia. Secondo l’esperto, ci sono i presupposti sia per una ambulatoriale, da assolvere durante l’esecuzione della pena, sia per una terapia stazionaria in una struttura chiusa.
Il 34enne, ha aggiunto Habermayer, era pienamente imputabile al momento dei fatti e aveva pianificato il delitto nei minimi dettagli.
Oltre alle tendenze pedofile, all'imputato è stato diagnosticato un disturbo della personalità di tipo narcisistico, accompagnato dal desiderio di dominare gli altri e probabili tendenze sessuali di tipo sadico.
ATS/ludoC