Il progetto governativo volto ad adeguare la legislazione sulle armi nel senso voluto dall'Unione Europea, seppure con concessioni e compromessi, è stato inviato venerdì al Parlamento.
Solo leggermente ritoccato rispetto alla precedente versione, sommersa da una salva di critiche durante la procedura di consultazione sia da parte della destra (i democentristi non ne vogliono sapere, in nome della tradizione) e della sinistra (che auspica un ulteriore giro di vite), il testo cerca di soddisfare soprattutto le richieste dei cantoni, facendo passare da due a tre anni il termine entro il quale gli attuali detentori dovranno farsi confermare il legittimo possesso presso il preposto ufficio locale; una conferma necessaria solo se l'arma non risulta già iscritta in un registro o non è stata ceduta in proprietà direttamente dall'esercito al termine degli obblighi militari.
La minaccia di referendum, sin dall'inizio agitata dalle associazioni dei tiratori, è comunque tutt'altro che sventata.
ATS/dg