Svizzera

Asilo, a Boudry ne hanno abbastanza

Una petizione chiede che il più grande centro federale della Romandia venga chiuso o riservato alle famiglie - Il Governo cantonale potrebbe disdire l’accordo con Berna

  • 26 febbraio, 13:08
  • 26 febbraio, 13:08
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RG 12.30 del 26.02.2024 La corrispondenza di Alessio Veronelli

RSI Info 26.02.2024, 12:55

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Di: RG/pon 

Il caso del Mendrisiotto - dove il neoconsigliere federale Beat Jans ha visitato la scorsa settimana i centri di Chiasso e di Pasture dove ha annunciato nuove misure nella politica di asilo - non è unico in Svizzera. Sono diverse le località che si lamentano per la presenza di centri per richiedenti l’asilo. Fra chi da più tempo si fa sentire, c’è il comune neocastellano di Boudry, sede del più grande centro federale della Romandia, che può ospitare fino a 480 persone.

“Negli ultimi due anni sono passati dal centro più di 7’000 richiedenti l’asilo. Si tratta di più abitanti di quanti ne abbia il comune, che ne conta 6’000. Ci sono stati parecchi incidenti e la popolazione è ormai al limite. Penso che una politica d’asilo meglio ragionata dovrebbe basarsi su centri di taglia inferiore. Questa non è una questione neocastellana, ma nazionale”, afferma Florence Nater, consigliera di Stato di Neuchâtel.

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La consigliera di Stato Florence Nater con Elisabeth Baume-Schneider, che ha preceduto Beat Jans alla testa del Dipartimento di giustizia e polizia e che era giunta in visita lo scorso aprile

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L’associazione “Bien vivre à Neuchâtel” - apolitica e che si dice contraria a ogni forma di razzismo - chiede che il centro procedurale diventi una struttura per donne e famiglie, oppure che venga chiuso entro sei mesi. Elenca tutta una serie di problemi, dalla vicinanza alle abitazioni, ai rumori, fino ai furti e ai comportamenti molesti in città di cui si rendono protagonisti alcuni ospiti. Una petizione è stata lanciata nei giorni scorsi.

Le autorità cantonali di Neuchâtel si sono dette pronte a non prorogare l’accordo con la Confederazione, valido fino al 2033, e prendono in considerazione persino a rescinderlo anticipatamente. Una mossa che metterebbe parecchio in difficoltà le autorità federali e il nuovo responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia Beat Jans, impegnato a fornire risposte e proposte a comuni e cantoni. Il consigliere federale garantisce che “ci stiamo lavorando” e si dice “cosciente del disagio, ma non è facile intervenire rapidamente e farlo in modo legale” trovando soluzioni condivise.

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