Il numero di episodi catalogati come atti antisemiti è cresciuto nel 2023 in Svizzera, soprattutto dopo il 7 ottobre. Lo afferma il rapporto periodico stilato della Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) e della Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo (GRA), secondo le quali, nella Svizzera tedesca e italiana si sono contati nell’anno in rassegna un totale di 1’130 casi qualificabili come manifestazioni di razzismo, 220 in più rispetto al 2022. I dati annuali, resi pubblici martedì tengono conto di episodi giudicati antisemiti e che si manifestano sia nel “mondo reale” che sul web. Nel rapporto non viene tuttavia specificato quante persone siano state colpite da queste azioni in Ticino.
Nella Svizzera tedesca e italiana lo scorso anno, si sono registrati 10 aggressioni fisiche, 6 delle quali solo nel mese di ottobre. A titolo di paragone, nel 2022 è stato documentato solamente un atto di violenza contro l’integrità di una persone ebrea, mentre nel 2021 non c’è stata alcuna aggressione.
Stando agli estensori del rapporto, l’anno scorso gli episodi di antisemitismo nel “mondo reale” sono stati in totale 155, 114 dei quali solo dopo il 7 ottobre, data che ha segnato un aumento anche per quanto concerne l’antisemitismo espresso sotto forma di imbrattamento (34 casi registrati solo negli ultimi tre mesi del 2023, 42 sull’arco dell’intero anno) o mediante manifesti (10 affissioni da ottobre su 10 in totale). Non è stato invece segnalato alcun danneggiamento a proprietà.
Più frequenti rispetto al 2022 sono stati anche gli episodi nel mondo digitale. Lo scorso anno si sono verificati complessivamente 975 casi, 459 di questi a partire dal 7 ottobre, ovvero quasi il 47% del totale. La maggior parte dei casi di antisemitismo online sono circolati sul servizio di messaggistica Telegram, precisa la nota. Nel 2022 si sono contati 853 episodi.
Il Coordinamento intercomunitario contro l’antisemitismo e la diffamazione (CICAD) ha pubblicato recentemente dei dati che mostrano come gli episodi di antisemitismo siano aumentati anche in Romandia, le cifre rese note mostrano una crescita nella regione francofona del 68% nel 2023.
In seguito all’aggressione di un 50enne ebreo ortodosso, avvenuta ad opera di un 15enne lo scorso 2 marzo a Zurigo, il segretario generale della CICAD ha chiesto che venga istituito un piano d’azione nazionale per frenare questa ondata di odio e ha chiesto di investire maggiori risorse nella prevenzione e sensibilizzazione nelle amministrazioni, negli ambienti politici e in particolare presso le scuole.