"La vigilanza su AutoPostale è stata per molti anni lacunosa e la responsabilità tra i vari attori non è stata disciplinata in modo sufficientemente chiaro". È quanto emerge da un rapporto pubblicato giovedì dalla commissione della gestione del Consiglio degli Stati, che punta il dito contro il Consiglio federale, il Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) e altri organi competenti.
L'organo di sorveglianza parlamentare ha presentato i risultati della sua indagine sulle irregolarità contabili di AutoPostale. A causa del procedimento penale amministrativo tutt'ora in corso, non si è pronunciato sulle responsabilità o sulle azioni individuali della società dal 2018.
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Dall'indagine emerge che il Dipartimento e l'Amministrazione federale delle finanze (AFF) erano informati almeno dal 2011 del conflitto di interessi di AutoPostale in merito alla realizzazione degli utili. Fatto che la commissione giudica incomprensibile: la commissione critica con veemenza il fatto che all'epoca non si sia agito.
A parte queste constatazioni, la Commissione non ha individuato "altre lacune gravi o violazioni della legge". Gli attori interessati hanno nel complesso reagito in modo adeguato dopo che il caso è venuto alla luce (2018-2019). Governo, DATEC e amministrazione si sono mostrati piuttosto difensivi rispetto a un intervento federale nei confronti della Posta e hanno in larga misura fatto affidamento sull'azienda stessa.
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