Le sanzioni elvetiche contro la Russia sarebbero troppo deboli? Le critiche in questo senso degli Stati Uniti vengono contestate da Helene Budliger Artieda, la direttrice della Segreteria di Stato dell'economia (SECO), in un'intervista pubblicata oggi, martedì, dalla NZZ.
L'amministrazione, ha sottolineato, non fa politica: e ciò a maggior ragione in Svizzera, dove il Paese è diviso su dossier fondamentali come l'applicazione delle sanzioni e la neutralità, oltre che sui rapporti con l'UE. Lo scorso marzo Scott Miller, l'attuale ambasciatore degli USA a Berna, aveva sostenuto che la Confederazione potrebbe congelare molti più averi russi - per un ammontare fra i 50 e i 100 miliardi di franchi - oltre ai 7,75 miliardi al momento bloccati. Ma tale stima non proviene dall'amministrazione federale, obietta la responsabile della SECO, parlando di un "malinteso".
Quanto ai 7,75 miliardi congelati, essi corrispondono ad un buon terzo dei 21,5 miliardi di euro che sono stati immobilizzati nell'intera UE. "Perché la Svizzera viene allora accusata di negligenza?", si domanda Budliger Artieda.
Sulle colonne del quotidiano, dichiara inoltre di non aver mai messo in dubbio, contrariamente a quanto affermato da Miller, l'utilità delle sanzioni. La responsabile della SECO rileva di aver solo detto in un podcast che la maggior parte degli Stati non applica sanzioni. Col risultato che la Russia può quindi sfuggirvi più facilmente.
RG 12.30 del 08.04.2023 - Il servizio di Maria Jannuzzi
RSI Info 08.04.2023, 12:06